Dal PCI al PDS fino al PD la musica non cambia: prima prendevano i soldi dal KGB, ora da Soros
Gli ex e post comunisti, quelli della morale un tanto al chilo, non perdono il vizio di accettare fondi da chi tanto amico del nostro Paese non è
É dai tempi di tangentopoli che il "problema" dei finanziamenti ai partiti è dimenticato. Gli anni ruggenti del pool di Mani Pulite che portarono a galla i miliardi (di lire) incassati dai partiti sembrano un lontanissimo ricordo.
Una finta rivoluzione, la definì giustamente Bettino Craxi, che non migliorò ma peggiorò la classe dirigente italiana.
Oggi, un brivido felino dal gusto 1992 ci accarezza la schiena, per quanto non vi sia niente di illegale.
In pratica, nelle ultime ore, è venuto a galla l'elenco dei finanziamenti ricevuti da esponenti di PD e Avs da parte di fondazioni tutte riconducibili allo squalo della grande finanza, George Soros, quello che con una delle speculazioni sulla lira più infami della storia riuscì a mettere in ginocchio il nostro Paese e che sognerebbe un mondo senza identità e cultura, così da renderlo più assoggettabile allo strapotere del turbocapitalismo.
Ora, senza scendere nei dettagli di un gossip ininfluente, la questione è seria ed è di principio.
É ammissibile che esponenti di un partito come il PD, forza politica che dovrebbe rappresentare i lavoratori e gli ultimi, ricevano svariati milioni di euro, per quanto indirettamente, da un uomo come Soros che da sempre, non da ieri, cerca di condizionare la nostra vita politica, economica e sociale?
Sia chiaro, il PD non ha ricevuto un euro dalle varie Democracy & Pluralism, Open Society e Social Changes (tutte fondazioni che fanno capo al 94enne Soros), ma la Schlein, sulla quale gli uomini e le donne della vera sinistra non nutrono gran simpatia e fiducia, non farebbe bene a pretendere chiarimenti dai suoi colleghi di partito e chiederne quantomeno la sospensione dal gruppo parlamentare?
Chiediamo per un amico.
Di Aldo Luigi Mancusi