Elly Schlein insiste con l'idea del campo largo, ma l'ultima speranza del PD per evitare la catastrofe è un nuovo Segretario, Vincenzo De Luca, il nome più richiesto dentro e fuori il partito
Reduce dall'ennesima bastonata, nel pieno rispetto dello spirito masochista Dem, la Segretaria prosegue sulla via del dolore a tutti i costi, ma i malumori crescono
Cosa vuol dire essere di sinistra nel 2024? A questa domanda potrebbero rispondere in tanti in modo sensato, ma non lei, non Elly Schlein, e non certo quella creatura amorfa meglio conosciuta come Partito Democratico.
Il ricordo dell'Ulivo, la grande ammucchiata che vinse contro il Cavaliere, amara memoria di un successo che scomparve tanto velocemente come nacque, in via Sant'Andrea delle Fratte è visto come un miracolo da ripetere, ma come?
Non sono solo cambiati i protagonisti in campo, tra defunti, epurati e pensionati, il panorama è deserto, sono cambiati anche i partiti di contorno al PD, e i vari Azione, Italia Viva, Movimento Cinque Stelle e +Europa mancano di quel lontano rimando ideologico a qualcosa di riconducibile ai parametri del secolo scorso. Certo, ci sarebbe l'ormai quasi invisibile PSI, ma i suoi pochi militanti sembrano disinteressati a recuperare la grande storia riformista di Craxi.
Privi di riferimenti ideologici, incapaci di parlare con il popolo dei lavoratori abbandonato ai corteggiamenti meloniani di chi non ha dimenticato le lezioni della destra sociale, privi di argomentazioni in grado di destare almeno il più misero interesse dei cittadini, i Dem cercano la vittoria nell'ammucchiata platonica, quella senza sesso, perciò senza sostanza.
Come ha chiarito benissimo Bertinotti pochi giorni fa in televisione, l'idea di "campo largo" dovrebbe portare a cosa? All'unità, e fin qui tutto regolare, ma tale idea scompare nel momento in cui ci chiediamo: l'unità di chi?
Di solito l'unita dovrebbe indicare l'unione di un popolo per un obbiettivo comune, ma qui mancano proprio gli ingredienti fondamentali, ovvero popolo e obbiettivi.
Se come popolo la Schlein intende i colletti bianchi della finanza, i banchieri e le organizzazioni LGBTQ, per carità, ha un suo senso, ma non può certo parlare di sinistra, forse dovrebbe far sua la splendida definizione dell'amico Fusaro e chiamarla "Sinistrash".
Allo stesso modo, se come obbiettivo intende tartassare di tasse il ceto medio (ove mai esistesse ancora), eliminare ogni riferimento alla famiglia legalizzando i matrimoni tra esseri umani e gibboni, fare a pezzi la lingua italiana rendendo obbligatorio l'uso dello schwa, imporre il possesso del green pass, e importare in toto gli usi e costumi statunitensi, anche in questo caso il termine sinistra sarebbe più corretto sostituirlo con l'azzeccatto "Sinistrash".
Il problema, perciò, capirete bene che non sono le alleanze, con o senza Conte, Calenda e Renzi, il problema sono le idee, il linguaggio con cui queste vengono espresse, i progetti riformisti e tante altre belle cose, tutte figlie della vera cultura di sinistra, ovvero quella delle grandi democrazie socialdemocratiche che la Segretaria non conosce.
All'interno del PD, non solo nell'ambito parlamentare, ma anche tra i militanti stanchi di supportare la scellerata condotta politica di una segreteria sconcludente, sono ormai molti, se non la maggioranza, a pensare che per salvare il salvabile e ripartire nel confronto politico, si debba mettere a capo della baracca lui e solo lui, Vincenzo De Luca, l'unico rimasto in grado di riportare la rotta nella giusta direzione, ovvero a sinistra.
Tutto sta a capire se per questo passaggio il PD dovrà attendere il tonfo delle europee, o qualche anima pia deciderà di staccare anticipatamente la spina della Schlein.
Di Aldo Luigi Mancusi