Continuano le polemiche per le aggressioni di Pisa e Firenze. Il Ministro Piantedosi senza vergogna: "Cariche per garantire l'incolumità degli agenti"
Non si sa con quale coraggio, o sulla base di quale principio, il Ministro degli Interni è riuscito a tirare fuori "la" supercazzola del 2024
Ben venga che la politica del 2024 non porti avanti il linguaggio doroteo, barcocco e incomprensibile della Prima Repubblica, ma certe volte si sente la mancanza di quei lunghissimi discorsi democristiani che conciliavano il sonno senza dire alcunché.
Come non preferire i soporiferi monologhi del fu Fanfani alle oscenità dell'attuale classe dirigente? Tra il romano marcato della Meloni, le contraddizioni di Salvini e le uscite di Lollobrigida, diciamo che nessuno ha più timore della vergogna.
Però c'é chi fa peggio, il povero Piantedosi, Ministro degli Interni per sbaglio e ariete di Governo. Ad ascoltare le sue parole si rimane allibbiti, sbigottiti, increduli.
Arrivando ai fatti, Piantedosi ha affermato che la mattanza di Pisa, con tanto di foto che immortalano il poliziotto picchiatore gaudente, sono servite esclusivamente a garantire l'incolumità degli agenti stretti in un vicolo, senza spazi, schiacciati sulla camionetta.
In pratica, secondo il nostro Ministro degli Interni, non un amico al bar, non un nostalgico del ventennio incontrato casualmente a Predappio, non un reduce dalla guerra in Iraq, ma ripetiamo secondo il Ministro degli Interni, spaccare qualche testa a un gruppo di minorenni che stanno manifestando, è stata un'azione di salvaguardia per l'incolumità della Polizia?
I ragazzi buttati a terra e tenuti per le mani come i capretti per essere identificati, erano dei terroristi che mettevano in pericolo l'incolumità degli agenti?
Parafrasando un noto motto dei pacifisti americani risalente ai tempi del Vietnam, vien da dire "manganellare per la pace, è come fare sesso per conservare la verginità".
Il Ministro di una Repubblica democratica che nel 2024 giustifica un atto di violenza del genere, indifferente alle critiche del Presidente della Repubblica, si sarebbe dovuto dimettere un minuto dopo avere pronunciato certe parole.
Di Aldo Luigi Mancusi