Premierato, la nuova proposta non piace al Quirinale che aspetta in silenzio sulla riva del fiume: una parola di troppo potrebbe favorire Giorgia Meloni

Anche così riformulata, secondo l'ultima proposta approvata dai leader della maggioranza di governo, la riforma del premierato non piace proprio agli uomini del Quirinale. Due i punti di maggiore attrito con il Colle: il rapporto, ulteriormente pasticciato con le ultime modifiche tra il capo del governo (sarà lui a chiedere lo scioglimento delle Camere in caso di sfiducia o in caso di dimissioni volontarie) e le Camere e l'eccessivo peso attribuito alla presidenza del Consiglio rispetto ad ogni altro potere dello Stato, Parlamento compreso (unico detentore della sovranità popolare). Con questa riforma la sovranità popolare sembra pericolosamente spostarsi dal Parlamento alla presidenza del Consiglio.


"Il premier può decidere della durata del suo governo ma non può decidere anche dello scioglimento del Parlamento", il refrain che sussurrano al Colle. In via del tutto informale, ovviamente, perché Sergio Mattarella ha deciso di non proferire parola sulla questione. "Ogni parola che il Capo dello Stato dicesse non farebbe altro che rafforzare la convinzione di Giorgia Meloni nel procedere con sempre maggiore forza nelle riforme istituzionali....". Tutti hanno capito la psicologia di Giorgia Meloni e il suo modo di agire.
La strategia del Quirinale? Sedersi sulla riva del fiume ed aspettare.