No, non è soltanto colpa dell’Unione Europea se l’Europa va a rotoli, ma anche dei Governi italiani

Mi dissocio, esco dal coro: la colpa è anche dei nostri Governi ed emblematico è il caso delle politiche agricole, sanitarie e del sostegno all’Ucraina

La protesta degli agricoltori prosegue. In Lombardia, domenica 4 febbraio, i trattori si riuniranno a Pavia.

Ho conversato con uno degli organizzatori, Marco Zanleone, il tecnico impiantista di Borgo Priolo che coordina le iniziative. L’ho incontrato due volte, la prima proprio a Pavia, la seconda a Casteggio.

Tutta la stampa nazionale indica l’Unione Europea quale esclusiva responsabile delle scellerate scelte politiche in materia agricola.

Io mi dissocio, esco dal coro. Cito dal sito ufficiale dell’UE:

“Allorché è stato istituito il mercato comune con il trattato di Roma, nel 1958, le agricolture dei sei Stati membri fondatori erano caratterizzate da un forte intervento statale. Per includere i prodotti agricoli nella libera circolazione delle merci mantenendo un intervento pubblico nel settore agricolo, occorreva sopprimere i meccanismi d'intervento nazionali incompatibili con il mercato comune e trasporli al livello comunitario: è questa la ragione fondamentale della nascita della Politica Agricola Comune (PAC)….

L'articolo 39 del Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE) stabilisce gli obiettivi specifici della PAC:

  • incrementare la produttività dell'agricoltura, sviluppando il progresso tecnico e assicurando un impiego ottimale dei fattori di produzione, in particolare della manodopera;
  • assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola;
  • stabilizzare i mercati;
  • garantire la sicurezza degli approvvigionamenti;
  • assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.

La PAC prevede una competenza concorrente tra l'Unione e gli Stati membri

Il TFUE (nota tematica 1.1.5), riconosce una competenza concorrente tra l'UE e gli Stati membri nel settore dell'agricoltura contrariamente al parere generale della dottrina e dei servizi giuridici della Commissione, che finora consideravano la politica dei mercati (primo pilastro della PAC) una competenza esclusiva dell'Unione. Il nuovo articolo 4, paragrafo 2, lettera d), del TFUE ha ripercussioni sul lavoro legislativo in materia agricola, in quanto le istituzioni europee applicano il principio di sussidiarietà (nota tematica 1.1.2) ai settori che non rientrano nell'ambito della competenza esclusiva dell'UE (articolo 5, paragrafo 3, e articolo 2 del TUE). Su tale base, i parlamenti nazionali possono rivolgere ai presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione un parere motivato in merito alla conformità di un progetto di atto legislativo agricolo con il principio di sussidiarietà. D'altronde, il "sistema delle cooperazioni rafforzate" istituito dall'articolo 20 del TUE (nota tematica 1.1.5) d'ora in avanti è applicabile alla PAC. A tale riguardo, alcuni Stati membri (nella fattispecie, almeno nove) potranno scegliere di sottoscrivere tra di loro impegni supplementari in materia agricola, in quanto la PAC è divenuta sempre più flessibile sul piano dell'applicazione dei meccanismi comuni (nota tematica 3.2.4)”.

In sintesi, il Governo italiano ha gli strumenti giuridici per far valere i diritti dei nostri agricoltori. Non lo fa? Prendiamocela anche con Giorgia Meloni, non soltanto con Ursula von der Leyen.

Il discorso può essere ampliato: continuare a dare la colpa di ciò che va male a Bruxelles fa comodo ai politici italiani, che così si ammantano di una sorta di verginità quando sono vecchie puttane navigate.

Guardiamoli uno per uno: sono in molti ad avere trascorso buona parte della propria vita politica al Parlamento Europeo.

Dov’erano quando si decidevano le linee guida delle politiche agricole? Le hanno votate? Certamente!

Ma oggi che sono tornati al Parlamento italiano fanno gli gnorri.

Oppure continuano ad obbedire agli ordini provenienti dall’estero, siano gli USA o la NATO (Antonio Tajani, il tronfio nulla politico antropomorfo docet).

Se avessi un trattore, andrei a Roma, non a Bruxelles. Certo, da Pavia a Roma in trattore è un bel viaggetto e non mi aspetto che a qualcuno venga l’idea di farlo. Ma i colpevoli sono a Roma, o quantomeno anche a Roma.

Ormai dovremmo considerare Bruxelles la vera ladrona, altro che Roma. Ma il punto è che cambiano i Governi, cambiano i Presidenti del Consiglio ma non cambiano le scelte politiche sulle questioni essenziali. Il dubbio sorge spontaneo: che a decidere per noi siano gli americani? Del resto, hanno provato a imporci un Commissario alla Concorrenza americano, quella Fiona Scott Morton che ha dovuto rinunciare all’incarico soltanto per le più che mai legittime obiezioni francesi.

L’acquisto dei vaccini da parte di Ursula von der Leyen, con sms poi “cancellati” e contratti secretati è un altro esempio di mala gestio da parte degli organi dell’UE. Ma il Parlamento europeo ha recentemente votato a favore del mantenimento del segreto e a votare erano anche i nostri rappresentanti. Quindi, se quella vomitevole massa di decerebrati che noi abbiamo eletto al Parlamento europeo avalla i comportamenti di Ursula von der Leyen, perché prendersela unicamente con lei?

E concludo con il sostegno all’Ucraina e lo stanziamento di altri 50 miliardi di Euro: qual è la differenza di vedute tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen? Nessuna!

Ma attenzione, cito Giorgia Meloni perché c’è lei a Palazzo Chigi. Prima di lei c’erano Presidenti del Consiglio altrettanto proni ai voleri della NATO, dell’OMS, del Dipartimento di Stato USA.

Per non parlare del Quirinale, della visita di Bill Gates e dei salamelecchi a Zelensky.

O del Vaticano, dove il gesuita argentino sembra il braccio ecclesiastico del World Economic Forum!

Quindi, cari agricoltori, io apprezzo che la vostra protesta sia apolitica e pacifica, ma vi invito a rivolgerla anche contro il Governo.

di Alfredo Tocchi, Il giornale d’Italia, 3 febbraio 2024