Eccola dunque Davos, ecco il WEF, ecco qua la ragnatela della globalizzazione

C'è tutto e niente è trascurato: ci sono i progetti, i programmi, i trattati, gli allarmi, i padreterni in jet privato, le figurine del presepe come Greta, ci sono i debunker, gli Stranamore, e perfino i Maneskin che, udite udite, ci diranno come dovremo votare.

Unisci i puntini della globalizzazione. A Davos si apre l’ennesimo convegno dei padroni del mondo e che c’è in agenda? Il problema della disinformazione applicato alla politica, cioè essenzialmente come indurre la gente a pensare e a votare nel modo giusto per l’agenda stessa. Gli strumenti sono quelli già in fase avanzata all’OMS e dintorni: Trattati pandemici, sanitari e relativi alla comunicazione con i quali instaurare una sorta di regime globale simile a un sovrastato totalitario. Tanto per cominciare, la applicazione dovrà prescindere dal «pieno rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone» e un funzionario di un organismo da nessuno eletto potrà decidere che un agente virale è attuale e di conseguenza chiudere in parte o in tutto il pianeta e obbligare la popolazione mondiale ad assumere preparati di natura sperimentale a pena di sanzioni di stampo totalitario. Dite che abbiamo già vissuto qualcosa di simile? Sì, ma adesso “cattivi davvero”, come nella storiella di Hitler che ritorna. L’applicazione di questi piani o trattati si intende gestita con la tecnologia del controllo e affidata a una nuova razza di non giornalisti, di anti giornalisti denominati debunker, fact checker, insuscettibili di vincoli, obblighi, doveri e mantenuti dagli stessi che sciamano a Davos sui loro aerei personali in ossequio al salvataggio climatico del pianeta: i Soros, i Gates, i Getty, gli Zuckerberg, i Bezos che sono quelli della grande transizione ecologica, truffa a 50mila miliardi di dollari nei prossimi 15 anni, gli stessi che foraggiano gli organismi ultranazionali quali OMS, UE e loro articolazioni. La Unione Europea si appresta a mandare in funzione un Digital Act Service che è né più né meno uno strumento di censura e controllo capillare in grado di orientare, dirottare, inibire informazioni, opinioni e comunicazioni sui social attribuendo potere illimitato agli artefici dell’agenda in ordine a misure autoritarie, coercitive, di persuasione massiccia e violenta.

Unisci i puntini della globalizzazione, dell’Agenda. La UE affida al gruppo italiano di cartone Maneskin la campagna per il voto alle elezioni di maggio; si intende il voto giusto, quello adatto a preservare la UE stessa che, come dicevano i suoi fondatori, “vive su un perenne stato di crisi”. Questi Maneskin sono quattro ragazzini dell’agenda gender, finti musicisti costruiti a tavolino in uno di questi talent della globalizzazione per iniziativa di un industrialotto brianzolo della musica, finalmente riuscito ad assurgere a notorietà proprio in virtù delle sue insistite ospitate ai suddetti talent. Dopodiché il ragionier Manuel Agnelli, da Abbiategrasso, ha preso, all’alba dei 60 anni, a mostrarsi a culo nudo secondo l’estetica dominante dell’agenda globalizzata. Qual è il momento saliente del meeting di Davos? La cena LGBTQI+ partecipata dai leader politici omo e plurisessuali e dai ceo ugualmente fluidi dalle multinazionali finanziarie globali quali Mastercard e Allianz.

Unisci i puntini della globalizzazione. Anfitrione del WEF di Davos è lo Stranamore Klaus Schwab, che ama vestirsi come un personaggio delle guerre stellari, assertore della massima “non avrai niente e sarai felice” e convinto che il pianeta vada urgentemente sfoltito di “almeno 4 miliardi di mangiatori inutili”. Simbolo iconico è Greta, la sfaccendata svedese che senza avere mai frequentato la scuola ha fatto incetta di diplomi e perfino lauree “per meriti sociali”, sfiorato il premio Nobel, non è stato precisato a cosa, ascoltata come la suprema autorità scientifica in materia di clima in ragione della sua condizione di dissociata psichica, il che ha comportato la messa al bando e l’umiliazione degli scienziati climatici autentici, infine, perso l’afrore morboso adolescenziale, riciclatasi come coscienza genderizzata, integralista e sostenitrice di Hamas. Il suo patrimonio personale consta di una rendita familiare di 10 milioni di euro, messi insieme in modi che richiederebbero forse una “inchiesta” senza filtri dalla leggendaria Selvaggia Lucarelli, i suoi guadagni annuali sfiorano i 2 milioni, possiede 9 automobili, non è dato sapere quante delle quali elettriche, ha una fondazione che le permette di eludere il fisco, e dice che i potenti “hanno osato rubarle il futuro”.

Unisci i puntini della globalizzazione. In Francia il presidente Macron, palese omosessuale, promuove primo ministro uno dei suoi il quale nomina subito suo marito o ex marito ministro degli esteri; tutti e tre si distinguono per odio atavico nei confronti dell’Italia e per granitica osservanza delle strutture di potere legate alla globalizzazione fluida, che li ha generati e cresciuti. Sempre in Francia, hanno risolto il problema delle molestie sessuali (di cui si lamentano 9 donne su 10, con una incredibile proporzione dell’80% di aggressori immigrati) da islamici fuori controllo praticamente arrendendosi: hanno escogitato degli improbabili “safe space” che sarebbero dei buchi, delle tane in cui le donne violentate sono tenute a riparare, se ci arrivano. In Germania la rivolta contro la sciagurata politica “green”, che prevedendo tagli ai sussidi e agli sgravi sul gasolio agricolo finisce per provocare maggiori costi e spese per almeno 1 miliardo di euro, viene completamente ignorata dai notiziari europei, con particolare pervicacia su quelli italiani; i quali, in compenso, offrono ampio spazio alle provocazioni ringhianti delle streghe vaccinali quali la ex organizzatrice di feste berlusconiane Licia Ronzulli – “Obbligare al vaccino massivo per Covid e influenza” e l’ex ministro sanitario Lorenzin, “doveroso avviare una chiamata attiva (sic!) alla vaccinazione di ogni genere e per tutti”.

Unisci tutti i fili della globalizzazione e ti ritroverai in una ragnatela che ti stritola lentamente ma in modo inesorabile, ti paralizza, ti lascia lì, pronto per essere ingerito, digerito, espulso in scorie.