Gender fluid e identità alias nell'esercito, l'ok in una circolare del Ministero della Difesa, Crosetto: "Non ne sapevo nulla"
Spuntano le linee guida per l’implementazione e la gestione di un’identità alias per persone in transizione di genere che fanno parte del reparto di amministrazione della Difesa, ma il ministro Guido Crosetto rivela di non saperne nulla
I dipendenti dell’esercito potranno attivare la cosiddetta identità alias? Una domanda legittima che sorge spontanea dopo il botta e risposta avvenuto nei giorni scorsi tra un’utente e il Ministro della Difesa Guido Crosetto sul social network X. Il ministro avrebbe, infatti, risposto al post pubblicato da un’utente che chiedeva espressamente spiegazioni a Crosetto su una circolare del Ministero della Difesa per l’attivazione della cosiddetta identità alias. Ma il ministro, stupito, ha risposto di non saperne nulla.
Che cos’è la carriera alias
Partiamo però con ordine: la carriera alias, anche detta identità alias, è quella procedura attraverso la quale una persona può decidere di registrarsi in un ente, un’azienda o una scuola con il nome che sente corrispondere alla propria identità di genere, anche laddove sia diversa da quella anagrafica. In Italia, oggi, l’ambito nel quale viene maggiormente usata è quello scolastico, anche se in realtà non esistono delle linee guida ministeriali. Sono, infatti, spesso i singoli istituti a decidere di adottare questa misura.
Il fatto che sia stata effettivamente introdotta, quindi, questa misura dal Ministero della Difesa senza nemmeno che il ministro interessato ne sia a conoscenza risulta quindi alquanto strano. Crosetto si è difeso annunciando espressamente la sua estraneità alla cosa, dicendo di non essere stato informato e soprattutto accusando il Direttore di non aver condiviso la circolare né con il Segretario Generale, né con il Gabinetto o l’Ufficio Legislativo.
Gender fluid e identità alias, la circolare del Ministero della Difesa
La circolare, che sembrerebbe però emessa proprio sotto il nome del Ministero della Difesa, recita come oggetto: “Attivazione e gestione di un’identità Alias per persone in transizione di genere – Linee guida”. L’obiettivo del testo, viene spiegato nel documento, è quello di promuovere il riconoscimento dei diritti della persona in transizione di genere, al fine di eliminare situazioni di disagio ed evitare che possano realizzarsi forme di discriminazione.
Carriera alias, il no di Pro Vita
Che il Ministro ne fosse a conoscenza o meno, il tema ha immediatamente infuocato gli animi, con l’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus che ha chiesto a Crosetto un intervento immediato. Il motivo per il quale l’associazione si oppone alla misura è semplice: l’identità alias, secondo loro, non ha alcun fondamento e in quanto tale non deve essere legittimata. “È molto grave che il ministero della Difesa legittimi l'identità alias – ha ribadito Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus. - È un atto ideologico, perché l'identità alias non è altro che l'identità di genere auto-percepita e non ha né fondamento scientifico né fondamento giuridico".