Processo Open Arms a Palermo, Salvini: "Con me ministro nessun morto in mare, mai vietato lo sbarco di un minore"

"Rischio 15 anni di carcere, ma sono sereno", dichiara Salvini. E chiama in Causa Conte: "Accompagnò ogni mia scelta, poi cambiò"

Riparte il processo Open Arms a Palermo. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si trova oggi in Sicilia in udienza dove è imputato per l'accuso di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. A Salvini viene contestato l'aver tenuto in mare 4 anni fa 147 migranti per due settimane. Lui si difende: "Con me ministro nessun morto in mare, mai vietato lo sbarco di un minore". Prima dell'audizione in tribunale aveva scritto su Instagram: "Qui a Palermo, pronto a prendere parola nell'aula bunker al processo che mi vede rischiare 15 anni di carcere per avere, da ministro dell'Interno, difeso la sicurezza e i confini del mio Paese. A testa alta, orgoglioso di quello che ho fatto".

Il vicepremier ripercorre quei momenti

Salvini tira in ballo anche il premier del suo governo: "Giuseppe Conte, da presidente del Consiglio, ha accompagnato tutte le scelte della politica migratoria, tranne quella relativa all'Open Arms, altrimenti oggi non sarei qui".

"Succede in quei giorni - ha chiarito il vicepremier davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo - che Pd e M5s votarono per l'imputabilità del ministro Salvini e poi tra l'8 e il 9 agosto 2019 si aprì la crisi di governo. Così, se nelle centinaia di altri episodi sui migranti ci confrontavamo e dialogavamo via telefono, in seguito a questi fatti, dal 14 agosto comincia a dialogare per iscritto. Scrive e non telefona più".

"Non è mai mancata l'assistenza a Open Arms - ha chiarito l'attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, difeso dall'avvocato Giulia Bongiorno -. E mai ci siamo opposti agli interventi in favore di donne incinta e altri migranti in difficoltà. Per quanto riguarda i minori è stata l'Avvocatura di Stato, il 19 agosto, a usare il termine 'presunti minori', riferendosi a uno sbarco avvenuto il 17 agosto. Il termine 'presunto' non era un dispregiativo ma proveniva dal fatto che poi alcuni di questi non lo erano". 

"Mai mi si sentirà dire - ha aggiunto - che non è mia responsabilità la politica migratoria. Quello che ho fatto l'ho fatto in piena responsabilità e in piena coscienza. Durante il mio mandato sono stati 600 i casi, mi faccio carico di quello che abbiamo fatto col risultato e di numeri mai raggiunti non solo nel contrasto al traffico di esseri umani, ma anche sul piano delle vite salvate. Questo ci fa dire che si è ridotto il numero di vite disperse nel Mediterraneo come mai accaduto prima. E' stato accertato inoltre che almeno 3 episodi delittuosi in Francia e Belgio sono imputabili a persone sbarcate nel corso degli anni a Lampedusa. Una particolare attenzione sugli sbarchi era doveroso. Meno morti, meno feriti, meno dispersi nell'ordine del 50 per cento".

Processo Open Arms a Palermo, Salvini: "Con me ministro nessun morto in mare"

Salvini torna a Palermo dove si riapre il processo Open Arms. Un'audizione nella quale ha risposto alle domande dei pm. "Ho l'orgoglio di dire che quando fui ministro dell'Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell'Europa", spiega.

"Questo supposto sequestro era una modalità operativa adottata dal governo di lavorare sempre garantendo la sicurezza della vita umana ma per ottenere il coinvolgimenti dei paesi europei, nella ricostruzione", rincara rendendo dichiarazioni spontanee.

Salvini: "Mai vietato lo sbarco di un minore"


Ancora Salvini: "Non ho mai vietato lo sbarco di un minore, in 631 sbarchi durante il mio mandato di ministro dell'Interno. La competenza sullo stato di salute era di altri. E in quel caso abbiamo concesso lo sbarco dei minori una volta nominati i tutori", ha risposto al Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella.