Europa Verde, lascia la co-portavoce femminile Eleonora Evi: "Non sarò marionetta del pinkwashing"; Bonelli: “Sbaglia a dire che il partito è patriarcale”

Secondo il leader Bonelli, quella di Evi sarebbe una decisione dettata dalla sua insoddisfazione per le alleanze del partito in previsione delle europee del 2024, dalla donna presentata come una questione di "discriminazione di genere"

Grattacapo per Europa Verde, dopo che la co-portavoce femminile Eleonora Evi ha annunciato di voler lasciare il partito che si fa vanto del proprio "progressismo": "Non sarò la marionetta del pinkwashing". Una frase, quella con cui apre il post nel quale annuncia il suo ritiro, che si traduce in un duro attacco al partito, in particolare ai suoi vertici, accusati di averla "oscurata": "I vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me". Non accetta il j'accuse il leader Angelo Bonelli, che così commenta le parole di Evi: "Fa riferimento alla questione femminile ma è solo un modo di cavalcare il tema del momento".

Europa Verde, lascia la co-portavoce femminile Evi: "Non sarò la marionetta del pinkwashing"

Basta una frase, quella scritta online dall'ex co-portavoce di Europa Verde Eleonora Evi, per gettare nell'imbarazzo il partito: "Mi dimetto. Non sarò la marionetta del pinkwashing". Una frase che apre un post nel quale la donna "non le manda a dire", accusando i vertici di Europa Verde di averla sfavorita in quanto donna.

Scrive Evi sui propri canali social: "Non intendo dunque continuare a ricoprire il ruolo di Co-portavoce femminile che, nei fatti, è ridotto a mera carica di facciata. Per questo rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale (...)

Quando fui eletta co-portavoce nazionale di Europa Verde a Chianciano, nell’estate del 2021 ero piena di entusiasmo e sinceramente convinta che avrei avuto la possibilità di collaborare concretamente a fondare un innovativo progetto ecologista, in grado di capitalizzare il patrimonio di capacità, competenze e contenuti dei Verdi Italiani e la resilienza di una comunità ambientalista che si era mostrata, meritoriamente, capace di superare moltissime complessità.

La casa ideale per una prospettiva politica orientata innanzitutto ad accompagnare le cittadine e i cittadini del nostro Paese verso una nuova e indifferibile consapevolezza della priorità della questione ecologica; e non secondariamente a promuovere un’offerta politica progressista, plurale, aperta e femminista (...)

Eppure, a sorpresa, dopo le politiche 2022 qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile. I Verdi dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati. Tra questi ultimi anche la sottoscritta. Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da Co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale.

Bonelli: “sbaglia a dire che il partito è patriarcale”

Non si fa attendere la risposta di Bonelli, che dalle pagine del Foglio controbatte: "L’accusa di patriarcato non ha senso, siamo l’unico partito con la parità di genere al suo interno. Evi fa riferimento alla questione femminile ma è solo un modo di cavalcare il tema del momento. Sono un po’ spiazzato e mi chiedo quale sia la ragione reale di questa decisione. Credo che c’entri la questione delle alleanze alle europee, lei è contraria a presentarsi insieme a Sinistra Italiana. Ma, come le ho detto tempo fa, ci siamo alleati con loro solo 10 mesi fa".