Marta Fascina, ritorno in Parlamento dopo un anno per la fiducia al dl Caivano: “Assenza motivata da una sofferenza indescrivibile”

Dalla scomparsa di Berlusconi si era rinchiusa nel lutto più stretto all’interno della villa di Arcore

Ritorno in Parlamento dopo un anno per Marta Fascina, che si è presentata in aula e ha partecipato al voto di fiducia per il decreto Caivano. Accompagnata dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, e dal sottosegretario ai Trasporti, Tullio Ferrante, la compagna di Silvio Berlusconi ha dribblato le domande dei giornalisti, limitandosi a sorridere.

Marta Fascina, ritorno in Parlamento dopo il 99,2% delle assenze

“Marta tornerà quando si sentirà di farlo”, aveva dichiarato il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Di recente, con la pubblicazione di un’anticipazione del libro di Bruno Vespa “Il rancore e la speranza”, aveva rivendicato di voler continuare a svolgere il proprio mandato: “La mia assenza è stata motivata da una sofferenza indescrivibile”. Aveva smesso di partecipare ai lavori parlamentari per l’aggravarsi delle condizioni di Berlusconi e i suoi frequenti ricoveri a novembre del 2022, poco più di un mese dopo l’insediamento del nuovo Parlamento. E a marzo scorso, al termine del primo semestre della legislatura, Fascina aveva il 99,2% di assenze e 17 partecipazioni ai voti in totale. Poi, nel giugno scorso, la morte del Cavaliere, dopo la quale Fascina si è rinchiusa nel lutto più stretto all’interno della villa di Arcore, uno dei lasciti previsti nel testamento del fondatore di Forza Italia.

La deputata dopo la scomparsa di Berlusconi: “Strazio e tristezza”

“Sono stati quattro mesi di strazio e tristezza”, aveva detto Fascina in una recente intervista. “Il vuoto che la sua assenza terrena ha lasciato nella mia vita è incolmabile. Non è possibile superare un grave e improvviso lutto con uno schiocco di dita, ammiro chi ci riesce, ma per il sentimento che ci legava e ci lega non poteva essere altrimenti. Credo che soltanto chi abbia provato un amore così genuino possa comprendere il mio stato d’animo. Altri, evidentemente dai sentimenti rarefatti se non addirittura aridi, si limitano a giudicare la sofferenza altrui. Mi spiace per loro”.