Spread a 200, Meloni: "Preoccupa solo chi vuole governo tecnico", "pesano economia debole, sanzioni Russia, costi energetici e tassi BCE"
Meloni: "Comprendo la politica e la realtà: la sinistra continui a stilare liste di ministri per un governo tecnico, mentre noi continuiamo a governare"
Il partito Fratelli d'Italia, guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha scatenato una vera e propria controffensiva contro le accuse di un presunto complotto orchestrato per innalzare lo spread, che ha recentemente superato la soglia critica dei 200 punti. Il messaggio trasmesso è chiaro: il 2011 non si ripeterà, il complotto esiste ma sarà sventato. Fonti raccolte dal GdI evidenziano le grandi problematiche in cui ci troviamo. Le sanzioni alla Russia hanno portato l'Italia ad acquistare le materie prime negli Usa e in Algeria, a costi più alti, in una contesto in cui prezzi erano già elevati prima della guerra ucraino-russa e che stanno man mano peggiorando. Tutto ciò ha fatto decollare l'inflazione, il che ha avuto come diretta conseguenza l'innalzo dei tassi d'interesse della BCE. Risultato? Il debito pubblico italiano sale a un debito di 14 miliardi, come confermato dallo stesso Giorgetti.
Spread a 200, Meloni: "Preoccupa solo chi vuole un governo tecnico", Misiani: "Economia ferma, non sanno come rilanciarla"
Ad aprire le ostilità è stato il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan, il quale ha puntato il dito contro la sinistra e il gruppo Gedi, sottolineando che le "prime pagine di oggi" rappresentano "l'annuncio di una ennesima campagna contro il governo Meloni, stavolta a colpi di spread".
"Questa volta, – ha continuato Malan – la sinistra e i suoi media possono tranquillizzarsi: non accadrà ciò che è avvenuto negli anni passati. I dati del governo Meloni sono migliori rispetto al precedente, il governo tecnico di Mario Draghi. Basti pensare a un dato significativo, lo spread, che con Draghi raggiunse anche i 250 punti base, mentre adesso è sceso a 193".
La presidente Giorgia Meloni ha preso la parola sottolineando la questione del governo tecnico e delle sue priorità di spesa: "Il governo tecnico, da chi dovrebbe essere sostenuto, da coloro che beneficiano del superbonus? – si è interrogata Meloni – È lì che vedo un problema per i conti pubblici italiani, non in chi utilizza le poche risorse a disposizione per migliorare la situazione dei redditi più bassi, senza creare buchi per le future generazioni".
Il senatore Antonio Misiani, responsabile economico dei dem, tira fuori gli artigli e scrive su X: "Invece di chiudersi nel bunker in preda alla paranoia da governo tecnico, Giorgia Meloni e i suoi fedelissimi farebbero meglio a impiegare il proprio tempo per la manovra di bilancio. Se il buon giorno si vede dal mattino (la Nadef), le prospettive sono decisamente sconfortanti: l'economia si è fermata e la destra non ha la più pallida idea di come rilanciarla".
"Il governo sta bene"
Ha proseguito tranquillizzando i cittadini: "Il governo sta bene, anche se la situazione è complessa. L'abbiamo gestita con serietà l'anno scorso e quest'anno. Lo spread, che viene spesso lanciato come una minaccia per il governo Meloni, era a 192 punti lo scorso ottobre, mentre era salito a 250 punti durante l'anno precedente al nostro governo. Non ho visto titoli di giornale allarmanti. Comprendo la politica e la realtà: la sinistra continui a stilare liste di ministri per un governo tecnico, mentre noi continuiamo a governare".
Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, ha aggiunto: "Non possiamo ignorare l'ipocrisia delle opposizioni, sempre più ostili verso l'Italia, che alimentano la narrazione di uno 'spread alle stelle'. Soprattutto perché sono le stesse che sono rimaste in silenzio quando, con Mario Draghi premier e il Partito Democratico al governo, lo spread toccò i 250 punti, il 20% in più rispetto a oggi".