Decreto Asset, il governo sugli extraprofitti banche: "Gli oneri non potranno pesare su clienti e imprese"
Anche il tetto massimo dell'imposta è stato modificato e passa dall'0,1% del totale dell'attivo all'0,26% dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio su base individuale, con l'esclusione dei titoli di Stato
Il governo italiano annuncia un significativo "cambiamento" della tassa sugli extraprofitti delle banche, introducendo nuove opzioni e un maggiore controllo sull'impiego di tali fondi. Questa modifica rappresenta una delle principali novità proposte nel disegno di emendamento al decreto legge asset, presentato a pochi giorni dall'attesa Nadef - il cui consiglio dei ministri è previsto per il 28 settembre - la quale delineerà le direzioni della manovra economica per il 2024.
Decreto Asset, il governo sugli extraprofitti banche: "Gli oneri non potranno pesare su clienti e imprese"
La revisione della tassa bancaria include un'opzione significativa per le istituzioni creditizie: ora hanno la possibilità di scegliere se versare l'imposta nelle casse statali o di indirizzarla al rafforzamento del proprio capitale. Un'impronta innovativa che amplia la flessibilità per le banche nel contribuire in base alle proprie esigenze.
Tra le modifiche più rilevanti spicca l'alternativa fornita agli istituti di credito per il versamento dell'imposta. Ora, possono optare per destinare un importo pari a due volte e mezza l'imposta a una riserva non distribuibile durante l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio precedente al primo gennaio 2024.
Non solo, il tetto massimo dell'imposta è stato modificato e passa dall'0,1% del totale dell'attivo all'0,26% dell'importo complessivo dell'esposizione al rischio su base individuale, con l'esclusione dei titoli di Stato. La modifica, secondo il governo, mira a regolare il prelievo, garantendo un'imposizione più precisa e mirata.
Il disegno di emendamento espande anche il campo di applicazione dei fondi raccolti attraverso l'imposta. Oltre al fondo per la riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, viene aggiunto il rifinanziamento del fondo di garanzia presso il Mediocredito Centrale, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
Per assicurare che gli oneri derivanti dalla tassa sugli extraprofitti non vengano trasferiti ai clienti, il governo ha previsto il coinvolgimento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust). Quest'ultima sarà incaricata di sorvegliare e impedire che gli istituti bancari aumentino i costi dei servizi offerti a imprese e clienti finali a causa di questa tassa.
In sintesi, sebbene la tassa bancaria subisca una significativa ristrutturazione, il suo gettito stimato dal governo di circa 3 miliardi di euro dovrebbe rimanere invariato. Questa revisione, pertanto, mira a bilanciare l'equità fiscale e a garantire che le banche non trasferiscano l'onere dell'imposta direttamente ai propri clienti. Si prevede che questi cambiamenti siano implementati nel biennio 2021-2023