Uranio impoverito, ok di Crosetto a commissione, esclusi i militari: "Tecnici esterni alla Difesa"

Il Ministro della Difesa Crosetto annuncia la nascita di una commissione sull'utilizzo di uranio impoverito in Kosovo. Voci di "maretta" con i militari, esclusi dalla commissione in favore di tecnici civili

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato la creazione di una commissione indipendente sullo spinoso, spinosissimo, tema dell'uranio impoverito, in particolare su suo utilizzo durante la guerra del Kosovo e sugli eventuali effetti nocivi per la salute dei numerosi militari italiani ivi impiegati.

Crosetto crea una commissione indipendente sull'uranio impoverito in Kosovo: a sorpresa esclude i militari e chiama tecnici civili

"Ho deciso di istituire una Commissione speciale indipendente, composta principalmente da tecnici ed esperti della materia, quasi tutti esterni al mondo della Difesa, sul cosiddetto tema dell’uranio impoverito. Per me non esistono tabù o questioni che non si devono affrontare perché lo Stato deve essere sempre trasparente e credibile, e, in particolare, deve esserlo il mio Dicastero". Questa la nota con cui il vertice della Difesa ha annunciato la formazione di una commissione che, in molti hanno sottolineato, porta con sé un'importante dettaglio nella definizioni dei rapporti tra il Ministro e le forze armate.  

Non sfugge, infatti, una scelta interessante da parte di Crosetto nella formazione della commissione in questione. A comporla saranno quasi esclusivamente soggetti esterni alla Difesa. Due soltanto i rappresentanti del dicastero che ne prenderanno parte, di cui uno soltanto un militare: il Generale Medico Florigio Lista (Direttore dell'Istituto Scientifico della Difesa) ed il Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, nonché consigliere giuridico dello stesso Ministro, Michele Corradino. Per il resto, tecnici ed esperti in materia fuoriusciti dal "mondo civile". Uno stato dell'arte che sembra prestare il fianco alle voci, al momento non confermate, che parlano di frizioni tra militari e Ministero, la cui più evidente fiammata sarebbe l'affaire Vannacci

Sono quattro le commissioni parlamentari che nelle scorse legislature hanno affrontato la questione ed è dal loro lavoro che dovrà partire il team di tecnici scelto da Crosetto, integrando i dati già raccolti alla collaborazione di associazioni di ex militari e civili occupatisi del tema. Il comunicato del Dicastero, poi, conclude: "La Difesa ha ben chiari i rischi insiti nella condizione militare, avvertendo come irrinunciabile necessità quella di preservare e difendere la salute del proprio personale, in ogni circostanza, e, nel contempo, di voler fare la massima chiarezza su temi connessi a questi aspetti, dissipando dubbi, opacità e polemiche".