Zingaretti elogia Elly Schlein sul palco, ma poi: "Con questa alle europee non prendiamo manco il 17%"
Elly Schlein, segretaria Dem, viene scaricata alla Festa Nazionale PD di Ravenna da Zingaretti che, lontano dai microfoni, da voce ai malumori del partito riguardo alla leader
Un termine che forse Schlein non si aspettava, quello della fantomatica "estate militante" promossa in questi mesi dalla giovane segretaria Dem. A chiudere la stagione, malumori interni e faglie in crescita, coronati nella battuta con cui l'ex segretario del partito Democratico Nicola Zingaretti di fatto sbugiarda la leadership del vertice del Nazareno (e le proprie stesse parole).
Zingaretti scarica Schlein (lontano dai microfoni): "Con questa manco il 17%"
Una frase, dal vago sapore di un epitaffio, che Zingaretti si lascia sfuggire (o lascia che sia origliata) a margine del suo intervento alla Festa nazionale del PD a Ravenna. Qui, sul palco, non risparmia i complimenti nei confronti del capo. "Elly è la nostra salvezza", dice. Parole timidamente applaudite dal pubblico di militanti, la cui ala più riformista (e tradizionalmente maggioritaria) continua a guardare con leggero sospetto questa "liberal del midwest in salsa emiliana".
Parole di stima ed elogio che, apparentemente, non scaldano il cuore neanche di chi le pronuncia. Sceso dal palco, infatti, e lontano dai microfoni, Zingaretti, riporta Il Foglio, sconsolatamente ammette: "Mah... Secondo me con questa alle europee non arriviamo manco al 17 per cento". Nessun dubbio su chi, la "questa" in questione, sia.
Come detto, solo l'ultima delle varie espressioni di malumore in seno ai Dem che nelle ultime settimane hanno raggiunto le orecchie dell'opinione pubblica. Non sfuggono tuttavia, le numerose e contrastanti posizioni riguardanti diversi dossier, primo fra tutti quello più importante: qual'è la linea del partito? Sono sempre di più i militanti a lamentare l'appiattimento sulle posizioni dei 5 Stelle per quanto riguarda i temi di maggior rilevanza, mentre, dal punto di vista della produzione creativa di nuove battaglie che possano essere espressione di un'identità definita, personale, riconoscibile, non sembra esserci altro che la continua ricaduta nella spirale di slogan ripetuti così spesso da essere ormai svuotati.
Critiche non solo dalla base, anche i quadri del partito si interrogano su un problema che, per lo meno ad alta voce, si fatica a riconoscere come tale. Dallo stesso palco in cui, poche ore dopo Zingaretti parlava di "Elly nostra salvezza", il governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini afferma: "(Schlein, ndr) Non deve parlare solo di diritti civili, ma anche di quelli sociali". Parole a cui fanno eco quelle dell'ex Ministro della Difesa Guerini, riferendosi all'appoggio della segreteria Dem al referendum contro il jobs act promosso da Landini: "Dentro il mio partito voglio discutere: non voglio leggere che abbiamo deciso di aderire a un referendum senza che ne abbiamo discusso".
Lacune nel dialogo, promozione di campagne impopolari e per molti incomprensibili, giravolte nelle politiche storiche e appiattimento su Conte: tutti problemi elencati, singolarmente e da varie voci, senza indicare però il rischio verso cui si sta galoppando. Almeno fino a quanndo ci si allontana dai microfoni e (forse) credendo di non essere sentiti, si trova il coraggio di ammettere: "Manco il 17 per cento...".