Scoppia la guerra fredda tra palazzo Chigi e Quirinale. Il piano di Giorgia Meloni per mandare a casa Sergio Mattarella

Le riforme costituzionali volute dal governo puntano a depotenziare Sergio Mattarella. I sovranisti mettono nel mirino il Quirinale considerato l'unico ancora in grado di infastidire Giorgia Meloni

Le riforme costituzionali auspicate dal governo puntano a mandare a casa Sergio Mattarella. I sovranisti mettono nel mirino il Quirinale considerato l'unico in grado di fare ombra a Giorgia Meloni. Accordo fatto con Matteo Renzi per la grande riforma. Pera (ma Renzi vuole Casini) per il dopo Mattarella

Si scrive riforma costituzionale si legge Mattarella vai a casa.
Perché Giorgia Meloni (anche se non lo ammetterà mai) non condivide nulla o quasi del discorso pronunciato da Sergio Mattarella a Rimini? Il Capo dello stato l'ha bacchetta più volte e su molti fronti. La premier non ha potuto fare altro che restare in silenzio per evitare commenti che sarebbero stati ben poco istituzionali. Tra palazzo Chigi e Quirinale è guerra di nervi anche se i diretti interessati non lo ammetteranno mai.

Giorgia Meloni sa benissimo che l'unico ostacolo che ancora gli rimane da superare per dominare incontrastata in Italia è proprio l'uomo del Colle. L'indice di gradimento tra gli italiani di Sergio Mattarella è l'unico in grado di fargli ombra.
Giorgia Meloni al Quirinale vuole un uomo di centrodestra, in grado di sostenerne la narrazione (Marcello Pera a detta di molti all'interno di Fratelli d'Italia sarebbe perfetto). Proprio per questo nella sua riforma costituzionale (Giorgia Meloni per farla passare ha già in tasca l'accordo con Matteo Renzi) vuole indebolire ruolo e prerogative del Quirinale lanciando il premierato. Una riforma che toglierebbe potere a Sergio Mattarella costringendolo alle dimissioni oppure ad essere considerato semplicemente un "re travicello". Ecco il vero motivo per il quale il capo dello Stato al meeting di Rimini si è espresso senza se e senza ma contro la riforma della costituzione. Sa benissimo che se la riforma andasse in porto un minuto dopo non gli resterebbe altro da fare che togliere il disturbo.