Così parlò Mattarella (al Meeting di CL). Da potente che non consente discussioni

Il discorso del Capo dello stato si può riassumere in una frase: Te lo dico io. Su tutto: clima, migrazioni, democrazia. Come sempre. Ma la UE vara uno strumento autoritario, il Digital Service Act, e su quello neanche una parola. Perché chi tace acconsente.

È il mondo come te lo dico io e con il Te lo dico io non hai scampo. Chi è il Te lo dico io? È uno con abbastanza potere da imporre una visione del mondo a senso unico, la sua e difatti lo fa. Come Mattarella che va al Meeting di Comunione & Liberazione, questo tempio del cattolicesimo integrale e all’occorrenza reazionario, però governativo a prescindere. Ma forse è meglio dire che sono i governi, i regimi ciellini a prescindere. Cosa ha detto Mattarella, capo dello stato laico, al Meeting? Beghe interne a parte, il solito discorso “te lo dico io” campato su costrutti suggestivi, per dire non supportati da basi fattuali ma sulla sua personale visione che è politica del genere strategico, esperto mandarinato che si preoccupa degli equilibri nei poteri democratici, per così chiamarli, intendendo la ragnatela di equilibri precari e perversi che un presidente deve sapere smorzare, armonizzare, troncare e sopire, cioè il suo vero compito che i padri costituenti non hanno avuto il coraggio di mettere nero su bianco. Le pezze d’appoggio, come sempre, vanno da Greta a papa Francesco passando per Mario Tozzi. I migranti tutti da accogliere, tutte risorse, quelli legali, si capisce, ma siccome nella visione Te lo dico io di Francesco e di Sergio di irregolari non ne esistono, il problema è risolto perché “scappano tutti dalle guerre, dalle carestie e dai cambiamenti climatici”. Chi l’ha detto? Loro ma soprattutto io, te lo dico io, lo garantisco io. Anche sul clima, sui fatidici cambiamenti climatici, non si va molto distanti, Mattarella ormai ha adottato una comunicazione isterica, alla Greta, l’aspirante attrice, o l’altra Greta, la fannullona con laurea ad honorem, e non si schioda: il pianeta va a fuoco, te lo dico io, non c’è più tempo, te lo dico io, basta con le auto e il modello di vita occidentale, te lo dico io. I dati non tornano, lo scostamento delle temperature è irrisorio e se mai più accentuato in epoche passate? Non importa, non conta, non vale, te lo dico io. Mattarella è di quegli ultrapotenti che riscuotono ovazioni dalla Scala della lirica all’Ariston delle canzonette gender, non ha neppure una vaga idea di cosa significhi vivere muro a muro con “risorse” macedoni pregiudicate delle quali polizia e finanza ti dicono: meglio che non li fai incazzare perché quelli ti tagliano, ti violentano la moglie. Ma santo Dio scusate, non dovreste essere voi a tutelarmi? “Eeeh, come la fai facile, qui c’è da cambiare i fondamenti della società”. E intanto che quelli leggevano Saviano, io e mia moglie vivevamo da deportati in casa nostra e ci spaccavano la macchina, finché le spiegai che io uscivo a comprare una rivoltella e lei essendo avvocato si convinse che facevo sul serio e allora procedette da avvocato, cominciò con le denunce a tutti. E allora si mossero, vennero a cacciare quella cosca di mascalzoni italiani e balcanici che vomitavano sulla soglia, notte e giorno a scambiarsi bustine, e quando il vano, abusivo, fu venduto il nuovo proprietario, esterrefatto, trovava siringhe incastrate negli scarichi, nei lavandini. Questa la vita condivisa con le vittime di guerre inesistenti o risalenti a 30 anni fa.

Il nostro italiano number one non ha mai avuto simili problemi di convivenza e allo stesso modo non ha un’idea neppure percepita del caldo e del freddo, vive perennemente, da superpotente, nel clima temperato dell’aria condizionata, dei climatizzatori, non ha mai citato una ricerca, uno studio, se cento scienziati del clima e della terra gli rivolgono un pubblico appello a ragionare, a confrontarsi su una isteria senza senso, alla prova scientifica, lui neanche risponde, adotta gli argomenti di Mario Tozzi e di Luca Mercalli, quello col farfallino anche nel solleone. Ma sui vaccini ha forse fatto qualcosa di diverso? Una spinta forsennata, spericolata, sordo ad ogni sospetto di reazioni avverse, ad ogni casistica, alluvionale, di morti e di invalidati. E continua, induce il governo ad adottare una comunicazione ancora più ossessiva, a varare un piano pandemico basato sul controllo e sul ricatto. Ieri la cara Europa ha varato questo Digital Service Act che è l’atteso, annunciato strumento per controllare tutto quello che uno dice sui suoi profili social. Lo ha adottato con il voto positivo di 6 della Meloni, 4 di Forza Italia, 5 grillini, quelli di “tutto quello che sai è falso, quello che non sai è vero”, e di tutto il PD europeo al completo. Uno strumento che serve sì a censurare, a costringere nel senso del Te lo dico io, ma, di più ancora, prima ancora, a verificare le opinioni politiche in prospettiva elettorale, insomma ad influire, falsandolo, sul gioco democratico. Su questo il Mattarella del Meeting non ha trovato niente da ridire perché chi tace acconsente: non ti dico niente, cioè te lo dico io. C’è qualche nuovo ingresso che si è preso il lusso di mandargli a dire che il presidente, fuor da perifrasi, sarebbe un vecchietto capace di sonore banalità; pessima mossa, mettersi contro Sergio, non si fa molta strada, magari non si finisce come quello là, l’ammutinato di san Pietroburgo, ma mediaticamente ti aspetta la stessa fine. L’Italia non è la Russia ex Unione Sovietica, il suo potere non è granitico ma paludoso, a sabbie mobili, se fai un passo falso non ne esci più, non ti tiri su più, affondi lentamente. La nostra Meloni lo ha capito presto ma averlo capito non la salverà perché lei non verrà mai davvero accettata né dal Colle ne dall’Europa democratica dove, prima o dopo, la aspetta la stessa fine di Berlusconi. Sempre che non ci metta del suo, perché il paese è allo sbando, incarognito, servono 100 miliardi per tappare il buco di cassa, ma anche se lo tappi dura fino a domani e poi, per come è strutturato questo paese, per i suoi sprechi assurdi, per i centodiecimila clandestini in più in soli otto mesi, si ricomincia da capo. Servivano scelte decisive, coraggiose, ma la nostra Giorgia non è il tipo, vuole durare senza scontentare nessuno, non ha una preparazione economica adeguata e in più si circonda di pessimi consiglieri. Il Digital Service Act è puro fascismo tecnologico, ma finché sta bene a Sergio, finché va bene a lei… A Rimini Mattarella ha detto una cosa definitiva, di quelle che chiudono ogni discorso: che le migrazioni sono un fenomeno mondiale e tentare o pretendere di arginarle non ha senso. Te lo dico io, e se non sei d’accordo sparisci dai social e quando non sei più nei social non ci sei più.