De Angelis sulla strage di Bologna, Meloni attende dimissioni, ma Rocca fa scudo: “Ha parlato a titolo personale”
Meloni si aspetta il passo indietro anche se teme il malcontento dei suoi, il governatore: "Sulle dimissioni valuterò dopo averlo incontrato"
In Fratelli d'Italia c'è imbarazzo per le parole di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna. Il portavoce della Regione Lazio che si è detto pronto anche a pagare e "andare al rogo come Giordano Bruno", ha scatenato la bufera riesumando fatti di 45 anni fa e scrivendo chiaramente che "Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c'entrano", con quanto accaduto. Parole che non sono piaciute a Giorgia Meloni che adesso "scarica" tutto sulle spalle del governatore Francesco Rocca.
De Angelis sulla strage di Bologna, Meloni attende dimissioni, ma Rocca fa scudo
Rocca deve decidere se lasciare De Angelis al suo posto o se consigliargli di fare un passo indietro. Le ultime parole lasciano presagire che sarà quest'ultima la strada che intraprenderà: "Parla a titolo personale", mentre per quanto riguarda le dimissioni "valuterò dopo averlo incontrato, guardandolo negli occhi". Porticina aperta dunque anche se si dovrebbe proseguire con l'attuale organigramma che vede l'ex terrorista nero capo della comunicazione in Regione.
Dall'altra parte alcuni meloniani credono che le dimissioni siano "l'unica via d'uscita" da questa situazione. La premier non vuole però che l’addio appaia una conseguenza della polemica politica perché darebbe ragione all'opposizione che nelle ultime ore si è scatenata. A destra si punta il dito contro Gianni Alemanno: l'ex sindaco ha condiviso il post di De Angelis dandogli di fatto ragione e sarebbe pronto a fondare un movimento alternativo a Fratelli d’Italia.
Il messaggio preciso di Meloni al suo governatore pare essere: "Risolvi, ma tieni fuori me e il partito". La premier nelle ultime settimane ha già dovuto fare i conti con i casi relativi ai suoi ministri, vedi Santanchè ed altre uscite che minano la credibilità del suo esecutivo, e per questo non vuole altri problemi. De Angelis ha negato un coinvolgimento dei tre ex terroristi neri sul caso della bomba scoppiata alla stazione di Bologna.
Cosa ha detto De Angelis
Con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali. E se io dico la verità, loro - ahimè - mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage".
"Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi", continua De Angelis. "Mi limito a dire che chi ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…".
Questo il post datato 2 agosto, nel giorno dell'anniversario della strage. Nella notte del 6 agosto De Angelis è tornato sul caso, parlando di "depistaggi" e" con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso".