Torna lo stato presidenziale autoritario, evaporano le garanzie democratiche (e il governo zitto)
Dicevamo: non si fermeranno, ci riproveranno. Ci stanno riprovando, non più per via sanitaria ma per via climatica. La strategia è saldare le "emergenze", l'obiettivo è tenere ancora tutti controllati, rinchiusi, soffocati. Sì, ci stanno riuscendo. Tutti insieme.
Da un anno, dalla fine del doppio regime concentrazionario Conte-Draghi, ripetevamo non si fermeranno ci riproveranno ed ecco ci riprovano, ci stanno riprovando, non per via direttamente sanitaria, vaccinale ma per la parallela climatica. Un presidente dai proclami eversivi, “non c’è più tempo, non è più lecito discutere”, un papa che va in Portogallo a indire la nuova crociata, a fomentare un milione di fanatici preoccupati solo di loro stessi e di sentire finalmente sdoganata la scopata giovanile, prematrimoniale. E uno di quei boiardi che sopravvivono a tutto, capace di dire che il negazionismo climatico è peggio del terrorismo delle brigate rosse. Un paese in balia di tre ultraottuagenari, che chiaramente non parlano per loro ma per conto di élite, per dire di sistemi sovranazionali che a questo punto ignorare è, questo sì, negazionismo finanziario e della ragione. Dell’evidenza. La pedagogia climatica, come la chiama Gianluca Spera sulla testata di Nicola Porro, o della politica dello spavento di cui parla Marina Pastorelli intervistando l’accademico Harrington che spiega storicamente l’emergenzialismo autoritario. Ma non c’è spazio per gli accademici prudenti come per il nuovo vertice dell’Ipcc, questo Skea, che fanno passare per frainteso, per non compreso avendo egli consigliato a darsi una calmata sull’allarmismo globale dei Gutierrez che vaneggiano di evaporazione universale, di bollore cosmico. Messo a tacere anche il fisico Clauser, un premio Nobel: appena qualcuno nega o ridimensiona la fobia climatica, gli scaricano addosso insulti e anatemi che ricordano i mazzolatori mediatici sotto il fascismo: rimbambito, arteriosclerotico, debosciato, merda, devi tacere, devi morire, ti veniamo a prendere.
Non c’è niente da discutere, dice Mattarella. Non c’è più tempo, dice Amato. Chi nega i cambiamenti climatici è contro Dio, dice Bergoglio. I dati non confortano? Al diavolo i dati, le piante a Milano volano via perché marcite, non curate? Peggio per loro, i roghi nel Sud vengono appiccati come sempre da piromani, da maniaci che lavorano in proprio o per la mafia? Sì ma è colpa dei cambiamenti climatici. La pedagogia della colpevolizzazione e del controllo, ricordate le prescrizioni del CTS di due anni fa? “Sveglia. Bagno. Colazione (compreso sparecchiare e lavarsi i denti”. Così via fino a sera: “A letto (lettura o favola)”. Qualcosa di allucinante, che non avremmo mai creduto noi cresciuti nelle democrazie imperfette e ipocrite della ricostruzione consumistica ma vivaddio la cui ipocrisia funzionava almeno come deterrente per le pulsioni più infami, sì che per organizzare un colpo di stato si ricorreva alle logge deviate, ai servizi deviati. Scrupoli che la fandonia del Covid avrebbe travolto, con l’orgia di decreti presidenziali del governo, avallati dal Colle e i costituzionalisti di servizio a spiegare che la libertà non valeva più niente e comunque era sopravvalutata.
Ci riproveranno, non illudiamoci dicevano in tanti e scrivevamo in pochi. E ci stanno riprovando e questa discesa negli inferi autoritari e in prospettiva totalitari passa liscia, con la gente al mare che discute dei cambiamenti climatici inesistenti, almeno nell’accezione terroristica, antiumanistica che hanno imposto. L’altro ieri la televisione Byoblu ha mandato un sondaggio per stabilire il grado di aspettativa quanto a ritorno alla libertà democratica sotto questo governo: quasi in 7 su 10 hanno risposto che non ci credevano affatto, gli altri poco. E sta andando esattamente così, perché se un presidente si mette a fare dell’allarmismo di stampo sovversivo e nessuno al governo obietta alcunché, qualcosa vorrà dire; se un ministro si direbbe non in controllo arriva a ricevere una delegazione di teppisti e terroristi climatici, dopo essersi messo a piangere davanti a una guitta che simulava l’ecoansia, qualcosa vorrà dire: cioè che ci sono forze di stampo finanziario, sorrette da ideologia perversa ma orientate alla gigantesca truffa, che mai come in questa epoca possono determinare e ricattare i singoli governi. Cosa ha detto il capo americano Biden, uno che quanto a lucidità se la batte, modestamente, col nostro Pichetto Fratin al primo ministro italiano Meloni in udienza? Ha detto: finché io faccio durare la guerra in Ucraina ti tengo su. Lei ha ringraziato, poi è tornata a casa e ha mandato i suoi velinari a parlare di successo epocale del governo italiano. Il socialismo reale di stampo sovietico o la sua variante orientale, cinese, erano e sono terrificanti, il neoliberismo di rapina è allucinante, ma quando le due entità si fondono è la fine. Nell’omertà della informazione che ormai è quasi completamente comprata e se ne vanta. I presidi delle società democratiche uscite dalla guerra mondiale alle dittature, pluralismo, stampa libera, garanzie inderogabili, limiti certi all’invadenza dei pubblici poteri, completamente travolti nella tracotanza di una politica a servizio del grande capitale finanziario, di una informazione a servizio della politica, di una pubblica opinione dipendente dalla informazione laida e pubblicitaria. Con la tecnologia repressiva in funzione ludica che fa il resto. A Milano, dopo la miserabile débacle degli alberi svolazzanti per un temporale, il sindaco delle piste ciclabili e dei pride cosa fa? In pratica un nuovo lockdown in attesa di un tifone che però non arriva: lui invece di andarsi a nascondere tira dritto, poi ci pensano i pagliacci dell’allarmismo buffonesco a dire: ma le previsioni sono difficili. E vorrebbero determinare quello che succederà nell’arco dei prossimi secoli, dopo avere cosparso di menzogne anche comiche la storia climatica dai tempi dell’olocene. La definitiva, biblica estate apocalittica dei mari e dei calori infernali a conti fatti è durata venti giorni per tornare alle temperature sotto media di inizio estate e dell’intera primavera. Ma quando la realtà non asseconda basta ignorarla che è il primo comandamento dell’ideologia; il secondo è mettere a tacere chi la realtà la vede, chi dice che il re è nudo. Nella scomparsa delle cautele democratiche va contemplata anche quella dei ridicolo e della decenza. Oltre al minimo sindacale di scrupolo istituzionale: cento scienziati rivolgono un appello al capo dello stato perché si informi meglio, perché si moderi, anche nel suo stesso interesse? Il capo dello stato risponde non rispondendo e intensificando i proclami fanatici e autoritari. Dice la costituzionalista Isabella Loiodice: “Mattarella così facendo non rispetta la separazione dei poteri e nega la sovranità popolare”. Cioè quello che avrebbe dovuto far notare la presidente del consiglio. Farà ancora silenzio, la nostra Giorgia, quando staccheranno i social alla Loiodice e la cacceranno dall’università dove insegna? Perché a questo punto il dibattito, il confronto ha assunto simili forme terroristiche nell’indifferenza generale. In Emilia Romagna gli stessi amministratori responsabili di un disastro epocale danno la colpa al clima, chiedono altri soldi, per nuovi disastri, ma a distanza di mesi non sanno o non si curano di aggiustare una strada che penalizza aziende agricole fondate sulla natura, aziende ecologiche. Che certi proclami presidenziali o pontificali siano eversivi lo sanno tutti, lo vedono tutti, ma nessuno lo dice. Che non esista una logica in una narrazione fondata sulla menzogna di sistema, da non ti vaccini ti ammali muori a se usi il condizionatore fai la guerra, a non c’è più tempo per il clima, è evidente quanto indifferente a tutti. Che ci stiano riprovando è chiaro a tutti. Che ci stiano riuscendo è ugualmente chiaro a tutti ma la gente dice: io cosa posso farci? E si prepara a nuove umiliazioni, nuove privazioni e a ulteriori comportamenti suicidi come quello stabilito dal piano vaccinale 2023-25 che introduce obblighi vaccinali e conseguenti controlli senza limiti oltre a sanzioni e vessazioni affidate ai controllori della rete, tali debunker che sono giornalisti falliti in funzione spionistica. Tutto approvato dal governo attuale, nel quale non credono in 7 su 10 anche perché lo considerano, non a torto, concorde con l’opposizione autoritaria. Ma dicono che bisogna sperare, che c’è bisogno di sperare, che non va commesso l’errore di demonizzare la politica al completo. Ma prima andrebbe chiarito cosa sia questa politica, che noi pare a questo punto strumentale, degradata a mero strumento repressivo per decisioni già prese, una politica nazionale sempre più a immagine e somiglianza del liberismo dirigista di stampo europeo.