Giorgia e Pichetto, il circo perfetto: ecco la generazione A, come ansia: ce n'è per tutti i gusti, ma è una recita da guitti

Generazioni di nullità che passano dall'ansia per gli affitti a quella per il clima a quella per "il fascismo". La verità è che non sanno fare niente, non vogliono far niente, puntano alla politica come bene rifugio, parassitario. E la politica li accoglie. Perché non è diversa.

Va di moda l’ecoansia. Trattasi di patologia prettamente estiva, che può sostituire egregiamente il flop della precedente, l’ansiaffitto, quella delle tendine. Si prende un’altra aspirante attrice, non un granché, e la si fa gesticolare, in modo vagamente porno, con la scusa dei cambiamenti climatici, delle api: se c’è un anziano ministro nei paraggi, si commuove, ringrazia pure e il gioco è fatto: scattano le interviste, gli inviti. Il clima non ne trae giovamento, la carrierina forse. Intanto mezzo governo, da Pichetto a Santanché, da Piantedosi e Valditara, ripete ad una sola voce: cambiamenti climatici prima ed unica priorità. Beati loro, ma il paese sembra avere urgenze più serie, il gradimento personale di Giorgia Meloni sembra tenere ma quello del governo viceversa è in calo e la gente dice: io non ho votato questi qui per avere un regime di estrema sinistra a guida Carola Rackete, Greta, Murgia, Saviano e Gassman il minore. All’Istruzione è prevista l’adesione completa e immediata della cosiddetta Agenda 2030, quella europea fondata sull’ansia di sistema, con corsi di cambiamenti climatici e libri di testo catastrofisti controllati dall’editoria scolastica di sinistra. Si illudono di sopravvivere cedendo su ogni cosa, ma la pagheranno cara. Meloni gira come una trottola, va da Biden, che forse l’ha riconosciuta, e le veline immancabili: successo diplomatico, Italia protagonista nel mondo. Ma ne sbarcano duemila al giorno, non abbiamo più una singola industria nazionale, le tasse veleggiano sempre intorno al 70% reale, senza alcun sentore di inversione di rotta, le città sono impraticabili, per una ventata a Milano volano via, come stuzzicadenti, 400 piante e poi si scopre che il Comune si è disinteressato totalmente di curarle, di sorvegliarle, c’era da vietare le auto, presto anche gli esseri umani, salvo, s’intende, le risorse sbarcate intorno alla Stazione Centrale, che ormai è temerario raggiungere.

La scena della aspirante a tutto Giorgia, “attrice e scrittrice” che, fino a ieri, nessuno aveva mai letto, visto, sospettato, è di quelle emblematiche della fine di una civiltà. Roba ansiogena davvero, per il clima incredibile che si respira: può un anziano fare il ministro, insomma prendere decisioni al massimo livello, se non controlla le proprie reazioni emotive, se si fa mettere nel sacco così da una guitta da centro sociale? “Ah, penso alle api e sto male, non voglio fare figli”. Ecco un progresso. Quando c’è qualcosa che questa gioventù alla panna, ma carogna, non riesce ad ottenere, pure pretendendola, scatta il ricatto della maternità. Che se mai è una promessa di sollievo. Non mi date casa in centro, senza pagare l’affitto? Non mi date il pianeta come lo voglio io? E io non mi riproduco. Ma magari, Signore, ma pensaci un po’ tu. Generazioni nulle, o feroci, buone a niente ma capaci di tutto, orientate a “sfide estreme” che consistono nel tritare bambini o nel coprirsi di ridicolo per una candidatura. L’anno scorso, chissà se qualcuno ricorda, spuntò fuori una sedicenne complicata, ma di più afasica, che aveva la Melonansia, siccome donna Giorgia aveva vinto le elezioni quella andava in panico, in apnea, strabuzzava, vomitava. Possiamo noi affidare il nostro limitato futuro, per dirla con Greta, a celenterati del genere? No, ma non c’è alternativa, siamo vecchi, loro crescono ed è chiaro che non sopportino l’iniziativa privata, l’individuo, il coraggio: implicano responsabilità, coscienza, invece con un bel regime autoritario, collettivista, che piglia tutte le decisioni, che ti chiude in casa al minimo imprevisto, tutto va a posto.

A questa postadolescenza di merda, anche come consistenza, non pigliò nessuna ansia in due anni di arresti domiciliari, di blocco di ogni attività: era il mondo che li raggiungeva, tutti d’improvviso a fare come loro, rimpinzarsi e vegetare, divano e letto, letto e cucina, cucina e cesso, cesso e divano senza neppure pulirsi il culo. L’ansia gli è venuta quando tutto è tornato non proprio normale ma quasi umano, quasi sociale. L’ansia non gli viene quando li stravolgono, li amputano dell’identità, della dignità, del cervello. L’ansia non gli è venuta bucandosi le 5 volte, né constatando la spoon river degli ingenui e dei miti: anche nelle scorse ore: uno chef spezzino di 33 anni, Inghemar Torrisi, è sbiancato e subito morto nel suo locale, davanti ai clienti esterrefatti: “Più forte di una roccia, più sano di un pesce”. L’attore americano premio Oscar Jamie Foxx riappare dopo lungo periodo ed è invecchiato di 30 anni. Emaciato, scarnificato. “Sono andato all’inferno e sono tornato”. Ma cosa abbia avuto non lo dice, si limita alla solita excusatio non petita. “I vaccini che ho fatto non c’entrano”. Poi il caso di Andrea Purgatori, anomalo, incredibile, da serie tv, destinato a venire chiuso con una soluzione di comodo. Ma guai a chi fa domande, anzi oggi soccorre il clima, tutti morti di caldo. Come Elisabetta Caon, giovane di Resana, nel Trevigiano, fulminata davanti al fidanzato a Sparta, in vacanza per festeggiare il dottorato conseguito a Londra. 29 anni, nel fiore della salute, e neanche il tempo di portarla al prontosoccorso.

L’ONU delira di “ebollizione globale”, Mattarella sabota la commissione d’inchiesta e non tollera il dissenso, i ventenni che dovrebbero avere nel sangue la ribellione della libertà sono i più conformisti, i più vigliacchi, i più corrotti e i più cialtroni. Però una buona notizia c’è: con questi chiari di luna, non sono più obbligati a candidarsi solo col PD, come Patrick Zaki, ricercatore gender su Skype, oggi se anche si buttano con Fratelli d’Italia è uguale, va bene uguale. Magari non era proprio vero che “destra e sinistra sono la stessa cosa, unite dal potere e dagli affari”, fino a ieri non era ancora vero, oggi è un dogma, un teorema che nessuno si prende più la briga di confutare.