Giustizia, Carlo Nordio l'attacco alle toghe dopo i casi Santanché e La Russa: "La politica ha il mandato del popolo, smetta di inchinarsi alla magistratura"
Politica e magistratura: Nordio attacca e difende
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso la sua opinione sul rapporto tra politica e magistratura, dichiarando che è giunto il momento di porre fine all'atteggiamento ossequioso della politica nei confronti dei magistrati. Secondo Nordio, la giustizia deve essere equa e veloce, e per farlo è necessario che la politica assuma il suo ruolo di decisione finale. Il Guardasigilli ha lanciato un attacco nei confronti degli esponenti del sistema giudiziario, facendo riferimento ai recenti casi che coinvolgono politici come La Russa, Delmastro e Santanchè.
Nordio ha sottolineato come il Parlamento abbia rinunciato al suo ruolo per ben 25 anni: "non si può però negare che ogni volta che si sia provato a fare una riforma della giustizia è sempre stata bloccata con interventi giudiziari. È vero e anche questo io lo scrivo da 25 anni. La colpa però non deriva da una serie di attacchi della magistratura che possono essere di ordine tecnico, odi ordine politico. La colpa è della politica che ha rinunciato al suo ruolo preminente e che si è chinata davanti alle critiche della magistratura. Nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi sotto il profilo tecnico visto sono loro che le applicano. La colpa della politica è stata quella di aderire o meglio inchinarsi alla magistratura senza dire questo: “Noi ascoltiamo le vostre opinioni ma alla fine decidiamo noi e solo noi perché abbiamo un mandato che secondo la Costituzione deriva dal popolo”.
Giustizia, Carlo Nordio l'attacco alle toghe dopo i casi Santanché e La Russa: "La politica ha il mandato del popolo, smetta di inchinarsi alla magistratura"
Ha anche enfatizzato l'unità della maggioranza politica, sostenendo che il caso La Russa non ne intaccherà la solidità. Tuttavia, queste dichiarazioni hanno suscitato le critiche dell'Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che ha accusato il ministro di colpevolizzare la magistratura
Nordio, tuttavia, ha respinto queste accuse, sostenendo che è la politica stessa ad aver rinunciato al suo ruolo di guida. Ha sostenuto che la politica si è piegata alle critiche dei giudici, causando così un'interferenza nel processo decisionale. Il Guardasigilli ha anche affermato che la sua riforma della giustizia non sarà fermata da queste polemiche.
Nordio ha poi ribadito che nessuno vuole impedire alla magistratura di commentare le leggi da un punto di vista tecnico. Tuttavia, ha criticato il fatto che la politica abbia accettato passivamente le opinioni dei magistrati, senza affermare il proprio ruolo conferitogli dalla Costituzione, che deriva dal popolo.
I casi Santanché, La Russa e Delmastro
Il ministro ha anche sottolineato che ogni volta che si è cercato di riformare il sistema giudiziario, gli interventi giudiziari hanno rappresentato un ostacolo. Ha specificato che i casi di Santanchè, Delmastro e La Russa sono indipendenti l'uno dall'altro, ma si è rifiutato di credere che i magistrati cercassero di interferire con l'azione governativa attraverso azioni legali.
Ha poi evidenziato che la mancata realizzazione di una riforma completa del sistema giudiziario non è dovuta solo agli attacchi tecnici o politici da parte dei giudici. Secondo il Guardasigilli, la colpa risiede nella politica che ha rinunciato al proprio ruolo di leadership e si è piegata alle critiche della magistratura.
Il ministro ha anche respinto le accuse dell'ANM rivolte alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di voler screditare la magistratura. Nordio ha dichiarato di non aver sentito la presidente del Consiglio pronunciarsi contro la magistratura e ha sostenuto che le reazioni dell'Associazione a qualsiasi critica rivolta ai magistrati sembrano essere una risposta automatica. Ha sottolineato che anche lui è stato oggetto di critiche da parte dell'ANM, ma ha ribadito che i politici hanno il diritto di arrabbiarsi quando vengono coinvolti in inchieste giudiziarie.
Infine, Nordio ha affermato che, idealmente, i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare le sentenze. Ha rivelato di aver recentemente incontrato rappresentanti dell'ANM al suo ministero, con l'obiettivo di individuare punti di convergenza più che di divisione. Il ministro ha sottolineato che il suo principale interesse è una giustizia efficiente, veloce ed equa.