Testamento di Berlusconi, gli amici dimenticati dal Cavaliere: Letta e Confalonieri in silenzio stampa ma a Dell’Utri 30 mln

Marcello Dell'Utri sorpreso dal lascito di 30 milioni di euro di Silvio Berlusconi, mentre Letta e Confalonieri si nascondono dietro un rumorosissimo silenzio stampa

Questa mattina i giornali non fanno altro che parlare del tanto atteso testamento di Berlusconi. Fino ad oggi sono state formulate varie ipotesi sul futuro dell’eredità di Berlusconi, dalle più assurde che immaginavano Marta Fascina erede della villa di San Martino, ad altre che invece si sono rivelate più prossime alla verità. Quello che però nessuno si aspettava era l’esclusione di Gianni Letta e Fedele Confalonieri dal testamento del Cavaliere: due amici che lui spesso ha considerato fedelissimi. Forse però non abbastanza da apparire accanto a Dell’Utri.

Testamento di Berlusconi, gli amici dimenticati dal Cavaliere: Letta e Confalonieri in silenzio stampa 


Letta nel 1987, come già sappiamo, diventa presidente nazionale e direttore dell’ufficio di Roma del settore comunicazioni del gruppo Fininvest. L’azienda fondata da Berlusconi non poteva essere affidata a chiunque e Letta non è mai stato chiunque. “Gianni è un dono di Dio all'Italia”, disse Berlusconi sull’amico durante un’intervista. Anni dopo, l’amicizia si conferma più forte quando il Cavaliere lo nomina sottosegretario di stato, incarico che ricopre anche nei governi successivi di Berlusconi. Il suo contributo è stato evidente nelle decisioni più cruciali di Forza Italia, soprattutto durante i momenti oscuri e difficili, come ad esempio il patto del Nazareno sulle riforme del 2014, l'importante operazione delicata dell'estate del 2016 e le recenti tensioni interne al partito tra sostenitori del governo vicini ad Antonio Tajani e sostenitori della linea di Matteo Salvini. La sua influenza è sempre stata evidente, soprattutto nella sua veste di abile diplomatico, una qualità riconosciuta anche dai suoi avversari.


Berlusconi, d'altra parte, ha sempre manifestato apertamente la sua profonda ammirazione per il suo stretto consigliere. Nonostante agisse nell'ombra, Letta è riuscito a catturare l'attenzione in due occasioni: la prima volta, durante il patto della crostata, quando Massimo D'Alema e il leader di Forza Italia si incontrarono nella sua residenza a Camilluccia per stringere il famoso accordo sulle riforme istituzionali. La seconda volta, si narra che Letta abbia condotto le trattative per la liberazione di Giuliana Sgrena direttamente dal suo ufficio a Palazzo Chigi, dopo che la giornalista era stata rapita dalla guerriglia irachena.
Allora perché non viene ringraziato e riconosciuto pubblicamente nel suo testamento come Marcello Dell’Utri? La quantità di anni alle spalle dei due vale più della qualità del rapporto tra Letta e Berlusconi?

Il rapporto con Fedele Confalonieri 


La stessa domanda sorge spontanea per un altro “Fedelissimo” del Cavaliere: Confalonieri.
Legati dalla passione per la musica e lo spettacolo, Fedele e Silvio stringono amicizia in giovanissima età, a 12 anni per essere precisi. Insieme frequentano il liceo classico e successivamente anche l’università. Più avanti Berlusconi lo nominerà presidente Mediaset, riconoscendo forse il grande valore aggiunto con la sua presenza nella vita del Cav. “Se sono quel che sono, lo devo a lui”, ripeteva spesso Confalonieri.


Loro due erano l’esempio tipico degli opposti che si attraggono e nonostante la facciata un po’ ruvida di Fedele, Silvio ci vedeva un grande cuore. L’ironia e il carisma di uno s’infondeva nei toni bruschi e sarcastici dell’altro e ha funzionato per anni. Fino all’apertura del testamento.


Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è rimasto muto mercoledì pomeriggio mentre i figli di Silvio Berlusconi si riunivano in videoconferenza con il notaio Arrigo Roveda per discutere i dettagli del testamento. I giornalisti hanno cercato di ottenere da Confalonieri qualche indicazione sull'eredità di Silvio, ma lui ha risposto: "Non so nulla, grazie, arrivederci". Chissà se Confalonieri era a conoscenza dei dettagli del testamento di Berlusconi.
 
E loro due non sono gli unici. Anche di Galliani non c’è traccia nel testamento. 

L'eredità da 30 milioni per Marcello Dell'Utri

Dall'altra parte invece, si fa sentire la compassione e l'emozione di Marcello Dell'Utri, storico amico di Berlusconi ed ex senatore di Forza Italia, anche lui conosciuto in età giovane. Le prime reazioni di Dell'Utri sembrano riflettere la sua incredulità: "Quando stamattina mi ha chiamato il notaio, sono rimasto scioccato dalla notizia", ha commentato. "Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla. L'affetto rimaneva anche senza questo gesto materiale, che dimostra la grandezza dell'uomo. Io ho dato tutto per lui e lui ha dato tutto per me", ha aggiunto emozionato. Inoltre, Dell'Utri ha sottolineato l'intensità dell'amicizia che li legava: "Da stamattina non ho fatto altro che piangere. Per me era come un fratello. Ci conoscevamo da oltre sessant'anni. Mi ha sempre aiutato. Anche all'università mi dava gli appunti".