Meloni ad Assolombarda, il premier loda l'industria per il +1,2% dell'economia: "In Italia crescita superiore alla media europea, Paese più affidabile di Francia e Germania"
All'assemblea generale Meloni parla della crescita economica italiana, superiore alla media europea, e traccia la linea delle future azioni del Paese, dalla transizione ecologica al rapporto con i partner nel neonato mondo multipolare
Si è concluso l’intervento del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’Assemblea Generale di Assolombarda. Un discorso, quello del capo dell’Esecutivo, durato quasi 30 minuti e che ha toccato diversi punti dell’azione dell’attuale Governo.
Meloni ad Assolombarda loda l’andamento dell’economia italiana e gli ottimi risultati dell’industria nazionale
Meloni ha preso la parola aprendo sul tema dell’attuale convergenza economica, una convergenza che si sta mostrando particolarmente favorevole per il nostro Paese, testimoniata da una crescita invidiabile per molte delle principali capitali del continente. Riporta il Premier: “L'Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna una economia in crescita oltre le aspettative, con la stima di una previsione al rialzo a +1,2% nel 2023, una crescita superiore alla media Ue, superiore alle principali economie continentali: 0,7% per la Francia, 0,2 quando va bene per la Germania. Stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell'Eurozona”.
Meloni loda esplicitamente l’impegno (riconosciuto come superiore a quello della politica) dell’industria manifatturiera al raggiungimento di tale attuale status, non mancando di togliersi un sassolino dalla scarpa verso quanti, dice, “secondo una tendenza secondo me inspiegabile sminuiscono il portato dell'industria italiana”. Non specifica se l’oggetto della frecciata sia interno o esterno al Paese.
Sulla transizione ecologica la linea non cambia: giusta la tutela dell’ambiente, ma che ciò non prescinda la sicurezza economica delle famiglie
Parole, poi, sono state spese a sostegno della transizione ecologica, come sempre tuttavia edulcorata e declinata secondo la linea dell’esecutivo: “Non può ritenersi che noi per avviare la transizione ecologica possiamo smantellare la nostra economia e le nostre imprese. La transizione ecologica e la sostenibilità ambientale devono camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica, la transizione va fatta con l'uomo al centro”. Proprio questo passaggio, relativo ad una transizione che non sia sorda agli interessi della sostenibilità economica delle famiglie, è stato particolarmente applaudito dalla platea.
La congiuntura storica può essere intesa critica, ma può altresì essere colta come opportunità per sviluppare il ruolo del Paese
Il Premier si è poi concentrato sulla postura che l’Italia sta assumendo in Europa e nel mondo, contestualizzata nell’attuale storico periodo di passaggio da un consorzio umano globalizzato ad una struttura in termini di rapporti internazionali sempre più, apparentemente, votata al multipolarismo: “L'Europa deve proporsi come fornitore alternativo per gli Usa che si stanno 'sganciando' dalla Cina. Ogni crisi è un'opportunità: non credo che l'Europa possa non reagire, non rispondere, non coordinarsi di fronte all'IRA, perché Ue e Usa guardano allo stesso rivale sistemico, la Cina. C'è un'opportunità, gli Usa cercano il decoupling dalla Cina, possiamo offrirci come produttore alternativo almeno di alcune materie prime critiche, che è una delle principali sfide del nostro tempo, soprattutto per la transizione ecologica”.
Su questo tema, poi, ha rivendicato il cambio in atto nei confronti della percezione che si ha della proposta della sua area politica e delle aree a lei affini: “Sulle materie prime e sull'industria si lavora con un approccio congiunto per una Ue che oggi inizia a parlare nientemeno che di sovranità, cosa impensabile qualche mese fa, quando veniva confuso con un approccio autarchico, una pericolosa tendenza dei partiti di destra: non era così. Chi opera nel campo del reale e non dell'ideologia e dell'utopia ha più facilità a vedere cosa poi si materializza”.
Meloni ha quindi concluso, tra gli applausi, riprendendo quanto detto alcuni giorni fa in occasione della partenza dal porto di Genova della Nave Scuola Amerigo Vespucci, allora descritta dal Ministro della Difesa Crosetto “immagine del Made in Italy nel mondo” (retorica che sembra riecheggiare nelle parole di oggi del Presidente del Consiglio): “Questa nazione si può ancora salvare, può ancora stupire. Può dimostrare al mondo quanto vale. Saremo sempre la nave più bella del mondo. Il nostro scafo può avere qualche danno ma è sempre sicuro, il nostro equipaggio non ha sempre avuto indicazioni chiare ma ha cuore e cervello”.