Piantedosi contro antisemitismo nel calcio, stop al match se cori razzisti e basta maglie numero 88 (simbolo nazista)

Raggiunta intesa al Viminale sulla nuova stretta calcistica contro l’antisemitismo e i cori razzisti durante le partite

Trovato un accordo tra calcio e politica nella lotta all'antisemitismo con la dichiarazione d'intenti firmata al Viminale dal ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e dal coordinatore nazionale per la lotta contro l'antisemitismo, Giuseppe Pecoraro.

I punti del documento

All’interno del documento sono presenti punti che rappresentano l’impegno da assumere da adesso in avanti per la lotta contro l’antisemitismo nel calcio. Nel codice etico delle società inoltre, ha aggiunto il ministro dell'Interno, "viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C'è quindi il divieto dell'uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione. Sarà inoltre valutato positivamente l'atteggiamento proattivo delle società in questo campo".

Sarà inoltre necessario promuovere, in collaborazione con i media specializzati e le piattaforme dei social network, iniziative di comunicazione sul tema dell'antisemitismo, anche svincolate da contingenti episodi di intolleranza.

Stop immediato alla partita in caso di cori antisemiti

Sono in totale 13 i punti contenuti nel documento, di cui il principale è lo stop della partita nel caso in cui dovessero partire cori antisemiti da parte delle tifoserie. Dopo i numerosi avvenimenti degli ultimi tempi nei confronti di calciatori, con cori razzisti e poche prese di posizione fino a questo momento, adesso c’è la svolta.

La tifoseria chiamata ad un comportamento sportivo

Il soggetto  principale chiamato in causa nel documento stilato dal Viminale è la tifoseria, alla quale è, per esempio, vietato l’utilizzo di qualsiasi simbolo che possa ricordare i concetti attinenti al nazismo e all'odio antisemita. Responsabilizzare i tesserati delle società sportive a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche, anche in occasione di interviste, comunicazioni, messaggi sui social o commenti televisivi, prendendo immediatamente e ufficialmente le distanze da gesti/parole/simboli/post riconducibili a frange della tifoseria che inneggino all'antisemitismo.

Vietata la maglia numero 88

Un altro punto fondamentale del documento è il non assegnamento della maglia numero 88, perché il numero sarebbe riconducibile al periodo nazista, usato nei gruppi neonazisti per simbolizzare il saluto Heil Hitler poiché la 'h' è l'ottava lettera dell'alfabeto.