Riforma costituzionale, premierato sul tavolo del faccia a faccia con le opposizioni. Governo: "Pronti alla via del referendum"
Atteso per domani il faccia a faccia del governo sulle riforme costituzionali. Sul tavolo il tema del premierato, che trova le opposizioni divise. Governo pronto a procedere sulla via referendaria
Atteso per domani il vertice tra governo e opposizioni per discutere le previste riforme costituzionali. Sul tavolo, in particolare, i temi dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica e del Consiglio. Sembra d'accordo il Terzo Polo, indeciso il PD e contrari i 5 Stelle. L'esecutivo comunque comunica che in caso di mancato appoggio procederà da solo lungo la via referendaria.
Dal governo aperture all’opposizione per la discussione delle riforme costituzionali, ma ci si dice pronti anche ad andare avanti da soli
Atteso per domani il primo tavolo tra governo e opposizioni per discutere le proposte di riforma costituzionale. Nella mattinata di oggi, intanto, si è riunita la segreteria del Partito Democratico per redigere la linea da tenere al confronto con l’Esecutivo. Nella giornata di ieri, domenica 7 maggio, il segretario Dem Elly Schlein aveva lasciato trasparire scarsa fiducia nei confronti del faccia a faccia di martedì: “Temo non sarà un momento di vero confronto, ma solo l'ennesima operazione per distogliere l'attenzione da altre questioni, su cui il governo ha fatto scelte scellerate, dal lavoro all'immigrazione”. Dalla maggioranza sono i Ministri Tajani e Calderoli a rispondere a Schlein.
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Antonio Tajani, in particolare, ha sottolineato la volontà del governo di intrattenere un confronto costante e serrato con le opposizioni, ma di essere anche pronto a procedere da solo nel caso in cui si trovasse di fronte ad un muro. Oltre a questo, ha continuato il Ministro degli Esteri, continua l’iter dell’esecutivo per muovere verso un premierato elettivo (elezione diretta del Presidente del Consiglio): “Basta con i governi non eletti. Le riforme sono parte del nostro programma. Se l’opposizione sceglierà l’Aventino, andremo avanti anche da soli. Poi ci saranno i referendum e decideranno i cittadini”.
A fare eco a Tajani è il Ministro delle Riforme Elisabetta Casellati, secondo cui l’ascolto che verrà dato domani alle opposizioni si inserirà nei limiti tematici dell’elezione diretta, che sia del Presidente del Consiglio o della Repubblica. Secondo il Ministro leghista Calderoli, “proporre all’opposizione le tre possibilità (ndr. Presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato) è assolutamente corretto, soprattutto se ci fosse una vera disponibilità dell’opposizione di discutere di riforme”. Dopo l’apertura, comunque, anche Calderoli sottolinea che se mancasse la disponibilità, “il centrodestra procederà con l'articolo 138 della Costituzione: il Parlamento approva le modifiche alla Costituzione con due deliberazioni a maggioranza assoluta”, di cui l’esecutivo dispone. In questo caso, tuttavia, sarà necessaria l’approvazione popolare tramite referendum. Gli ultimi due referendum di riforma costituzionale, proposti nel 2006 da Berlusconi e nel 2016 da Renzi, non sono poi passati.
Divise, al momento, le opposizioni
Intanto dalle opposizioni si definiscono le posizioni sul tema “elezione diretta”, con PD e 5 Stelle ancora poco convinti dall’idea e Terzo Polo disponibile ad aperture. Il PD, in particolare, sembra non aver ancora deciso una linea ufficiale, mentre più secco sembra il no dei pentastellati. Secondo Giuseppe Conte, infatti: “se introduciamo un premierato, un capo del governo eletto dai cittadini, stravolgiamo le funzioni del Capo dello Stato: sarebbe una figura che va a tagliare i nastri alle cerimonie, niente di più”.
Carlo Calenda, leader di Azione, si dice invece d’accordo all’idea di premierato e monocameralismo secco, mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi già da anni pontifica sul concetto di un “Sindaco d’Italia” ad elezione diretta.