Borrell nomina Di Maio su impulso di Draghi: l'arroganza degli eurofarabutti
Sparita totalmente la dignità di scelte e comportamenti, resta l'arroganza alla Schlein; in UE la cosa è anche più grave, puntano in mille modi a cancellare l'Italia dal mondo e lo dicono apertamente.
La segretaria piddina Elly Schlein con la consulente alla sartoria da 300 euro l'ora è l'ultima frontiera dell'arroganza in politica. “Non mi so vestire” dice la sardina che solo un partito in dissesto mentale poteva intestarsi; in rappresentanza delle masse popolari, che, per dirla con Nanni Moretti, non ci sono più ma ci sono ancora (basta vederle, basta cercarle) hanno trovato una bambinona che non sa scegliere un abito e ha bisogno di una di quelle delle nuove professioni che non esistono ma convengono, influencer, consulenti, esperti, questa Chicchio si è definita armocronista, crasi per dire una che armonizza i colori, e spiega: “Sono cose da divi di Hollywood”. Cosa c'entri il divismo hollywoodiano con una a capo della sinistra mediterranea sarebbe una domanda anche pertinente, ma la risposta è tutta nella questione: l'ereditiera Schlein, con passaporti svizzero e statunitense, è stata spedita in America con un qualche ruolo marginale nella campagna mediatica per Barack Obama. Qui si sarà anche limitata a svuotare i cestini, però ha “fatto cose, visto gente” e assorbito quella particolare mentalità, tipicamente americana, che solo gli antiamericani ossessivi possono sviluppare: Schlein è il condensato, mirabile, dell'ipocrisia e dell'inconsistenza woke, anticapitalista col soldo, antiamericana americanizzata fino al midollo, incapace di curarsi, cioè di maturare coscienza di sé, ma nella possibilità di assumere chi le sceglie l'apparenza in ragione del contesto, centro sociale, segreteria di partito, intervista a rivista patinata.
La tracotanza politica si manifesta nelle reazioni alle scelte idiote e ai comportamenti insulsi: già una sulla quarantina dovrebbe capire da sola che non è il caso di comparire su giornali fatui in pose fatue con il tailleur in tinte autunnali se sei il segretario di un partito ex di massa che da venti anni non fa che perdere elettori. Ma se arrivi a giustificarti col benaltrismo vittimistico aggressivo, “questo paese ha ben altri problemi che come mi vesto io”, allora vuol dire che non hai capito niente né della politica né della vita. Nella medesima strafottenza anche ridicola ci stanno i menestrelli strazianti come Baglioni che invita a cena Elly col contorno del generone artistico, i saltimbanchi come Jovanotti, gli istrioni come Verdone e Sorrentino, gli sponsor politici come i Franceschini, la solita faccenda un po' patetica e un po' nauseabonda alla “Grande Bellezza”, sì, siamo degli stronzi ma ci piacciamo tanto. Coi camerieri immigrati in livrea, per non farsi mancare niente. Qui avranno parlato della nuova destra fascista che non vuole i migranti, viceversa così utili, signora Lia, talmente non li vogliono che Giorgia Meloni di fatto si è arresa, ha rinunciato ad oppore un qualsivoglia argine. Ma, se proprio vogliamo parlare di arroganza, è la stessa che ha messo a ministro un suo cognato. E nessuno deve permettersi di criticare, hanno sempre una buona ragione, di solito benaltrista.
La tracotanza della politica dirigista e liberista, che non è un ossimoro ma la sintesi hegeliana europeista, sei liberissimo di obbedire a tutto quello che ti comando, trova una sua sublimazione nell'Europa a trazione socialista dove i burocrati compiono crimini efferati e impuni: Borrell, lo spagnolo, in una veronica nomina l'inetto Di Maio quale viaggiatore per il Golfo Persico, dove è lecito sospettare nuove e colossali corruzioni; lo ha fatto dietro mandato di Draghi, uno che odia l'Italia come forse mai nessuno ha odiato, ma al dunque tutti d'accordo, anche il pilatesco governo italiano; la UE coi suoi ossimori che servono a irretire l'Italia per poi fotterla in una selva oscura di ricatti: e lì tutti, la Lagarde della BCE, il Gramegna direttore del MES, il Donohe dell'eurogruppo, lo stesso Gentiloni commissario europeo, tutta la sinistra eurocanaglia unita nel duplice obiettivo: salvare le economie altrui e distruggere quella italica. Siamo a un tale livello di impunità che lo ammettono tranquillamente, lo fanno passare come cosa etica, dovuta, e cade nel vuoto e nel ridicolo la sintesi, precisa, del leghista Borghi: “L'argomentone UE per convincerci a ratificare il Mes è che servono i nostri soldi per garantire le banche tedesche e francesi messe in pericolo da una legge (il bail in) voluta da loro”. O, nell'altra sintesi di Daniele Capezzone: “Voi accettate una riforma del Patto di stabilità che vi danneggia e vi commissaria, e in più dovete anche sbrigarvi a dire sì al Mes, affinché anche altri possano utilizzarlo (anche a vostre spese e con un evidente stigma contro l'Italia sui mercati)”. Poi il piano Timmermans, l'olandese, superlobbysta europeo che ha studiato una mezza dozzina di trappole ecologiche: sulle auto a combustibili fossili, sulle abitazioni, sulla pesca a strasico, sugli allevamenti, sulle coltivazioni, sugli imballaggi, sul cosiddetto pacchetto Ets, “la parte più significativa del Fit for 55, l'insieme di provvedimenti per tagliare le emissioni del 55% entro il 2030” come scrive la stampa istituzionale pagata per non fare capire niente. Il gioco è semplice: si prende un comparto e lo si seppellisce sotto una valanga di adempimenti, obblighi, divieti, adeguamenti, innovazioni strutturali che diventa semplicemente impossibile reggere. In nome della sostenibilità ambientale che è il serial killer dell'insostenibilità professionale, imprenditoriale. Se tu di botto equipari la pesca a strascico a un agente mortale per “il pianeta”, se rendi un allevamento pari a un'industria quanto ad emissioni, e gli imponi certe misure, gli neghi la possibilità di usare i fitofarmaci, non fai altro che dire: il tuo allevamento deve chiudere e le tue bestie debbono morire e tu con loro. Tagliare le emissioni del 55% è irrealistico e assurdo, azzerare la CO2 che fa crescere le foreste è letale per il pianeta ma hanno stabilito che la CO2 va eliminata, che è come dire la vita va eliminata. Hanno preso una mentecatta che non va a scuola e le hanno delegato la comprensione delle faccende ambientali e, per non farsi mancare niente, l'hanno proposta al Nobel e insignita di una laurea in teologia. Siamo o non siamo oltre la tracotanza dei matti e dei mascalzoni? Può fare freddo per settimane, i notiziari possono raccontare di primavere che non arrivano, di meteo anomalo, di gelate ad aprile, a maggio, poi di colpo arriva la narrazione: caldo terribile, insostenibile, mai così a memoria d'uomo. E tu guardi fuori e c'è la tormenta e a fine aprile hai 12 gradi ma al telegiornale ti hanno detto che c'è il riscaldamento globale anche se non c'è; comunque arriverà e quindi tanto vale darlo per scontato. Prendono quattro o cinque figuranti che fanno i turisti e gli fanno dire, boccheggiando seminudi: troppo caldo, non si resiste, Greta ha ragione. Greta ha ragione? Da dove vengono questi? Dove stanno, in Africa? Nella Sicilia solatia? Nessuno lo capisce, ma basta il messaggio così come un tempo si diceva “basta il pensiero”. E lì ti coglie il sospetto di aver buttato la vita in un mestiere inutile, involuto in qualcosa di totalmente diverso e di repellente, la prostituzione senza vergogna, la pubblicità senza ritegno, la vanità senza senso come quella degli influencer, dei Ferragnez che su tutto hanno da dire la loro con una profondità analitica se va bene da terza media.
Non si è più sicuri di niente, tranne una cosa: su tutto, la comunicazione informativa mente e un po' perché è ladra per natura e un po' perché è geneticamente ignorante. Le previsioni del tempo, un tempo affidate a piccoli ma dignitosi oracoli come il leggendario colonnello Bernacca, oggi si leggono sui siti e sono del seguente tenore: “Si attende caldo desertico ma potrebbe nevicare, chi vivrà vedra”. Uno degli ultimi riconoscibili, perché ormai ci pensano dei ragazzini con l'avatar al posto della faccia, il Giuliacci poi finito in disgrazia, dopo una serie di vaticinii non confermati ha ammesso: a questo punto non mi sento più di prevedere niente. Non sanno capire che tempo farà nelle prossime 48 ore ma sono certissimi di quello che succederà nei prossimi 48 anni e i nostri sicari europeisti, socialisti, che hanno mandato un analfabeta a trattare con emiri e sceicchi dopo essersi fatti abbondantemente corrompere, con arroganza insistono nel duplice scopo di fare i matti profitti e cancellare la fascia mediterranea residua, l'Italia dopo la Grecia. Il governo italiano “ci pensa”, vorrebbe opporsi, prendere tempo, ma al dunque non trova la forza. È roba da milioni di lavoranti fatti fuori e miliardi di tasse ulteriori, roba da annientare un paese e non ha torto Elly che sfoggia le sue nuance e dice “il paese ha ben altro di cui preoccuparsi”. Solo che per lei le cose di cui preoccuparsi sono benvenute, è il frutto guasto di certe politiche, di precisi contesti di potere. E, in ogni caso, allora che ti metti in posa a fare? Poi, alla liturgia canterina del Primo Maggio i cantanti organici, mediamente di livello infimo, come sempre a sfilare a pugno chiuso contro tutto quello che li ha fatti crescere nel benessere, gli ha permesso di giocare a fare gli artisti che non erano, e insieme a favore di ciò che distrugge loro e il paese. Ma nella tracotanza degli imbecilli e dei farabutti una risposta si trova sempre, strampalata, cialtronesca, ma pur che sia. E dalla politica i comportamenti scandalosi tracimano nella società sempre meno civile. Un programma mostra la violenza delle rom che rubano, rapinano e se capita pestano i malcapitati, c'è in collegamento uno che evidentemente è il capo del clan e minaccia uno finito all'ospedale dopo l'aggressione della moglie insieme ad altre colleghe ladre, manda a fanculo e irride: qui facciamo il cazzo che ci pare. Un'altra diceva: siamo qui da 20 anni, avremo o no il diritto di rubare e se ci conviene di uccidere? E subito in studio partono i garantisti dei miei coglioni a dire che hanno ragione, bisogna rispettarle, sono loro le vittime.