Decreto Cutro, stop ai lavori in commissione per troppi emendamenti: testo torna in Aula nella versione originale
Per approvare le modifiche si dovrà ricominciare tutto da capo con la presentazione di nuovi emendamenti da parte di maggioranza e opposizione
Il decreto Cutro approvato dal Governo targato Giorgia Meloni arriva nell'aula del Senato nel suo testo originale. Per approvare le modifiche, a cominciare dalla principale e più discussa abolizione della protezione speciale, si dovrà ricominciare tutto da capo con la presentazione di nuovi emendamenti da parte sia della maggioranza che dell'opposizione.
Decreto Cutro, testo torna in Aula nella versione originale
La maggioranza ha deciso di riproporre l'emendamento che da un taglio netto e totale ai permessi speciali senza aver però risanato le crepe all'interno dello stesso esecutivo. A quanto pare, la Lega di Matteo Salvini non si fida troppo dei piani degli alleati di Governo e ha optato dunque per accantonare i suoi 21 emendamenti che di fatto avevano le intenzioni di riproporre i contenuti del decreto Salvini. Si tratta di emendamenti a cui, in commissione, il governo ha deciso di non dare il suo parere.
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Dopo il blocco, e visto il numero enorme di emendamenti e subemendamenti ancora da approvare, la commissione Affari costituzionali della Camera ha deciso di arrendersi. Si è optato dunque per interrompere i lavori e mandare il testo originario del decreto in commissione senza relatore.
Il decreto con i nuovi emendamenti dovrebbe essere approvato dall'aula entro entro mercoledì 19 aprile prima del passaggio a Montecitorio. "Abbiamo concluso poco fa i lavori senza arrivare ad un testo emendato - ha fatto sapere il capogruppo del Pd in commissione Giorgis - abbiamo presentato emendamenti di merito. Ma non è stato possibile concludere in commissione il percorso e il presidente ha rinviato tutto all'aula. Gli emendamenti della maggioranza sono peggiorativi perché riscrivono il sistema di accoglienza potenziando i Cpr e i tempi di trattenimento. Non siamo riusciti a concludere anche perché il governo ha preso tempo e non ha neanche dato il suo parere alle proposte della Lega. Di fatto noi non sappiamo neanche in quale formulazione il decreto approderà a Montecitorio".