Decreto flussi 2023, scontro sulla protezione speciale ai migranti. Documento congiunto sindaci PD: "No ottica emergenziale"
Il Decreto flussi del 2023 sarà discusso oggi in Commissione per poi approdare alla votazione in Aula. Limitazioni alla protezione speciale prevista ai migranti, Gasparri: "Negli anni attuata una sanatoria permanente"
Netta contrarietà dell'opposizione al Decreto Cutro, che oggi sarà in Commissione per poi approdare, tra martedì e mercoledì, in Aula. Il PD rilancia tornando a proporre lo ius scholae, ma dal governo Salvini risponde con un secco "no". Serrato confronto anche all'interno dell'Esecutivo riguardo alla forma definitiva del testo, prima di raggiungere un'intesa.
Le opposizioni annunciano 350 proposte di modifica
Continuano le tensioni tra maggioranza e opposizione attorno al tema migranti. Il decreto Cutro, provvedimento sui flussi annunciato all’indomani del naufragio davanti alle coste calabresi, dovrebbe approdare in Aula tra martedì e mercoledì. Verso il mezzogiorno di oggi, invece, sono attese le votazioni in Commissione Affari Costituzionali. Le opposizioni hanno già annunciato almeno 350 proposte di modifica al documento, mentre la Lega conferma di aver pronti 21 emendamenti che potrebbero essere proposti a seconda di quella che sarà l’evoluzione dei lavori della Commissione.
Sarà impossibile, secondo molte fonti della Commissione, riuscire ad arrivare ad un testo definitivo entro la votazione di martedì-mercoledì. Molto più probabile che ad approdare in Aula sia il solo emendamento frutto dell’accordo. A motivare l’ostruzionismo delle opposizioni è soprattutto la stretta prevista dal decreto sulla protezione speciale, che potrà essere rinnovata solo per sei mesi e non potrà mutare in permessi di lavoro. Contrarietà del centro sinistra anche per la scelta del nuovo commissario ad hoc per i migranti, Valerio Valenti, respinto dai 4 presidenti di regione dem.
Sindaci PD firmano un documento congiunto, la segreteria propone lo ius scholae
A fare eco ai governatori PD sono i sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Firenze. I primi cittadini hanno firmato un documento congiunto, nel qual esprimono preoccupazione per le modifiche previste dal decreto al sistema migranti. “Non bisogna ragionare in ottica emergenziale - sono le parole di Gualtieri, Sala, Manfredi, Lo Russo, Lepore e Nardella - ed è secondo noi sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal SAI [ndr Sistema di accoglienza e integrazione], precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità. Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale”.
Nonostante il numero di sbarchi dall’inizio dell’anno sia quadruplicato rispetto allo stesso periodo del 2022, quindi, dall’opposizione arriva il “no” secco a quella che chiamano la “logica dell’emergenza”. Obbiettivo del PD a guida Schlein, che dopo settimane di anonimato presenta una posizione netta contro le politiche dell’Esecutivo, è ripensare le vie legali per l’immigrazione a partire dalla “regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, anche attraverso il ricorso allo ius scholae”. I dem, tuttavia, non fanno sapere tempi e modi in cui l’idea dovrebbe risolvere l’emergenza.
Sostegno della maggioranza, Salvini: "Va bene a tutti e va bene anche a noi"
Dalla maggioranza arriva invece l’ampio consenso al decreto, definito dal forzista Maurizio Gasparri, primo firmatario, “urgente e indispensabile”. Gasparri continua sottolineando come “negli anni l'uso strumentale della protezione umanitaria ha praticamente attuato una sanatoria permanente”. Soddisfazione anche dalla Lega, con la quale FdI ha avuto un serrato confronto prima di trovare un’intesa sulla forma del testo, con Salvini che commenta dicendo che il provvedimento, ora, “va bene a tutti e va bene anche a noi”. Il vice premier ha poi espresso contrarietà alla proposta avanzata dalla dirigenza dem: “io sono contrario allo ius soli e allo ius scholae. Non può essere la cittadinanza un omaggio lungo il percorso senza che chi la riceve possa scegliere al compimento dei 18 anni”. Riguardo ai 21 emendamenti che la Lega terrebbe in serbo in caso di necessità, poi, fonti interne al partito fanno sapere che è molto improbabile saranno usati.