il presidente della Repubblica Mattarella riceve al Quirinale la delegazione Anbi
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale una delegazione dell’Anbi, l'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Tutela e la Gestione del Territorio e delle Acque Irrigue, composta dai rappresentanti delle 20 Anbi regionali e guidata dal presidente Francesco Vincenzi con il direttore generale Massimo Gargano. L’incontro ha idealmente rappresentato la conclusione delle celebrazioni per Centenario del Congresso di San Donà di Piave, dove prese avvio la moderna bonifica. “L’incontro con il Capo dello Stato" commenta Vincenzi, "è stato, al pari dell’udienza con il Santo Padre in apertura del Centenario, una straordinaria opportunità per il mondo dei Consorzi di bonifica, impegnati quotidianamente a garantire le condizioni di ottimale gestione delle acque di superficie, particolarmente complessa in questi anni siccitosi, prevenendo contestualmente il rischio idrogeologico.” E “Anbi 100” è stato il claim, sotto cui sono state raccolte le tante iniziative che, lungo la Penisola, hanno accompagnato il centenario del congresso per le bonifiche venete, i cui contenuti travalicarono i confini regionali per definire i nuovi compiti di un’azione tuttora indispensabile a disegnare il Paese. L’evento accadde a San Donà di Piave, in provincia di Venezia dal 23 al 25 marzo 1922 e vide riuniti esperti e studiosi da tutta Italia, nonché autorevoli esponenti politici: tra i primi si possono citare Arrigo Serpieri, Vittorio Peglion, Antonino Pais; tra i secondi, si ricordano il ministro, Giovanni Bertini, ma anche don Luigi Sturzo e Silvio Trentin, nonché i sottosegretari Giuseppe Beneduce, Mario Augusto Martini, Umberto Merlin. Durante i tre giorni fu approfondito il principio di “integralità della bonifica”, vale a dire l’interdipendenza tra sistemazione dei bacini montani e recupero produttivo delle pianure, nonchè l’importanza del coordinamento tra riassetto idrogeologico del territorio e trasformazioni fondiarie; si precisarono, cioè, i nuovi obbiettivi di un’attività, già allora caratterizzante la storia del Paese: dagli Etruschi all’Impero Romano fino alla Repubblica di Venezia, ma anche ai Borboni in Campania od ai Savoia in Piemonte. Fondamentali furono pure i Benedettini che, fedeli alla regola “ora et labora”, resero fertili terre insalubri; in tempi più recenti, vale a dire nel secondo dopoguerra del’900, si aprì la cosiddetta “quarta fase” della Bonifica, indirizzata anche alla tutela ambientale. Da allora i Consorzi di bonifica ed irrigazione, pur mantenendo saldi i compiti istituzionali (salvaguardia idrogeologica e gestione delle acque di superficie a prevalente uso agricolo) hanno saputo adeguarsi all’evolversi dei tempi, diventando anche produttori di energia rinnovabile e centri di ricerca applicata per l’ottimale uso delle acque irrigue. In questo anno, affinchè la celebrazione non fosse mera ritualità, Anbi ha portato a termine il Progetto Terrevolute che, coinvolgendo esperti di 14 università italiane in 4 tavoli tecnici, ha indicato le nuove linee guida operative ed istituzionali ad iniziare dagli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea. “I problemi di oggi", evidenzia Gargano, "sono molto diversi da quelli affrontati un secolo fa a San Donà di Piave, ma hanno la stessa urgenza e richiedono, come allora, una grande disponibilità al confronto, al dialogo, alla cooperazione. C’è uno straordinario, quanto drammatico obbiettivo comune tra il primo dopoguerra e l’attuale contingenza internazionale: l’autosufficienza alimentare del nostro Paese che, allora come oggi, vede protagonista la gestione delle acque irrigue, operata dai consorzi di bonifica” conclude Gargano.