Siccità, il governo vara cabina di regia e commissario straordinario fino al 31 dicembre

Nell'incontro sulla crisi idrica tenuto ieri si è deciso per la nomina di un commissario straordinario con competenze sulle aree a rischio elevato con interventi sul breve periodo

La siccità in Italia spaventa il Governo e le imprese. Da Palazzo Chigi si studia una soluzione nell'incontro sulla crisi idrica convocato ieri.

I dati 

Basterebbe dare un'occhiata alle statistiche Istat relative al biennio 2020-2022 per rendersi conto della situazione. Nel 2022, secondo i dati, sarebbe caduta il 30% di pioggia in meno. A questo si aggiunga il problema strutturale solo dell'Italia nella gestione delle risorse idriche. Anche in questo caso i dato parlano chiaro: le perdite della rete idrica ammontano al 42%. Nel Bel Paese, inoltre, circa 9 litri su 10 di acqua piovana non vengono raccolti. Su questo tema è suonato anche l'allarme di Coldiretti. Il nord Italia, spiega l'associazione, è stato lasciato a secco da uno degli inverni meno piovosi degli ultimi anni. Il caso più lampante riguarda quello del livello idrometrico del Po al Ponte della Becca: sceso di 3,2 metri. Le vere vittime, spiega la nota di Coldiretti, sarebbero le imprese agricole, quasi 300mila a rischio. Chiaramente questa situazione sta rapidamente spingendo le aziende del settore ad un cambio di strategia. In particolare, si legge, starebbero spostandosi dalla produzione di mais e riso, per il quale si stima una quantità di ettari coltivati al minimo da 30 anni, a cibi come soia e frumento. 

Le mosse del Governo: cabina di regia e commissionario straordinario

Ma il Governo sta già studiando una strategia. Proprio ieri si è tenuta a Palazzo Chigi una riunione presieduta dal vicepremier Matteo Salvini. Erano presenti anche i ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Roberto Calderoli (Affari regionali), Nello Musumeci (Politiche del mare e Protezione civile), la viceministra dell’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava, e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli. Il quadro delineato prevede una struttura decisionale composta da due poli. Da un lato una cabina di regia «per accelerare e coordinare la pianificazione degli interventi infrastrutturali di medio e lungo periodo» e dall'altro la nomina di un commissario tecnico fino al 31 dicembre 2023. Questo sarà dotato di incarico rinnovabile e potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato e sbloccare interventi di breve periodo. Numerosi i punti ancora da sistemare. Uno su tutti il nome del commissario che, ad oggi, non è stato ancora concordato dalla commissione nonostante siano "in corso le valutazioni tecniche per formalizzare la soluzione definitiva", spiega la nota.