Regionali 2023, primi scricchiolii nel Terzo Polo. Renzi non vuole più Calenda nel logo
Il senatore di Italia Viva rilancia e afferma: "Per le europee del 2024 sarà un'altra musica", e pensa di "silurare" il nome di Calenda dal logo. Renzi: "Risultato peggiore delle aspettative"
Una tornata elettorale che peggio non poteva andare. È questo il sunto della newsletter di Matteo Renzi che il giorno dopo le elezioni regionali concorda sul fatto che il Terzo Polo abbia conquistato un risultato "peggiore delle aspettative: 9 per cento da soli in Lombardia, 5 per cento alleati nel Lazio". Nessuna colpa, nessun attacco frontale ma la consapevolezza che quella che doveva essere una forza centrista in grado di calamitare i delusi si sia spenta. Ma da parte di Renzi c'è un altro cruccio che lo infastidisce ed è il nome di Calenda nel logo. Un nome che non doveva esserci e che l'ex premier sostiene di dover cancellare.
Regionali 2023, Renzi contro Calenda per il logo
Renzi avrebbe infatti voluto toglierlo già per queste elezioni regionali. Meglio il nome di Moratti e D'Amato, i due sconfitti di lusso dell'ultima tornata. Nessuna personalizzazione, in quanto anche nel 2018, quando era segretario del Pd, sulla scheda elettorale delle Politiche il simbolo dem rimase quello originale. La delusione elettorale però non si può riassumere in una mera questione di logo. I due "amici-nemici" hanno sopravvalutato troppo la loro forza, pur ribadendo che "nel 2024 sarà un'altra musica".
Calenda ha invece dato la colpa agli elettori, rei di non averli capiti e di "votar male".
Terzo Polo, obiettivo partito unico
Il leader di Italia Viva per il futuro ha le idee chiare: "Il nostro destino e la nostra destinazione si conferma la casa comune dei riformisti, in vista delle elezioni europee del 2024 dove sarà tutta un’altra musica". Secondo Renzi è anzi "il momento di rilanciare", e nella sua e-news chiama a raccolta "chi ci vuole dare una mano anche in prima persona, a maggior ragione dopo gli eventi di questi giorni".
Renzi ironizza poi su Sanremo lanciando una stoccata: "Adesso che abbiamo discusso di tutto, litigato su tutto, polemizzato su tutto, possiamo dire bravo ad Amadeus per gli ascolti record, bravo a Marco Mengoni per la bella canzone e tornare ad occuparci di questioni come il futuro dell’Europa, la crisi della democrazia globale, la ripresa economica?". "Temi meno interessanti di Fedez, per qualcuno, ma che dovrebbero sfidare la politica a un dibattito più serio di quello degli ultimi dieci giorni".