Governo, la lettera di Giorgia Meloni e il silenzio assordante del Quirinale

Al Quirinale erano stati avvertiti da Palazzo Chigi che sarebbe arrivata una risposta da Giorgia Meloni sulla polemica Donzelli-Pd per il caso Cospito che ha incendiato il dibattito politico di questi giorni. Ma la risposta che è arrivata ieri con una lettera del presidente del Consiglio al Corriere della Sera non ha soddisfatto appieno le attese del Colle.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha proferito parola e non ha avuto - né ha - alcuna intenzione di intervenire direttamente sulla questione ma si sarebbe aspettato una presa di posizione molto più netta da parte della Premier al fine di stemperare gli animi in campo.


A quanto siamo in grado di ricostruire, il ragionamento che fanno al Quirinale è che non bisogna consentire assolutamente che la situazione sfugga di mano. E questo riguarda tutti, in primis la Premier che ha il dovere di dare l'esempio. Nella lettera di Giorgia Meloni, non condivisa nemmeno informalmente con il Colle prima della pubblicazione, si apprezza la fermezza dello Stato nei confronti degli anarchici, si comprende la ragion politica alla base della difesa d'ufficio di Donzelli e Delmastro ma non si apprezza affatto la pervicacia con la quale la Premier vuole a tutti i costi mantenere il punto rinfocolando così la polemica contro le opposizioni.

Insomma, una lettera in chiaroscuro quella di Giorgia Meloni: il Colle avrebbe preferito da parte della Premier l'utilizzo di toni molto più concilianti il modo da spegnere definitivamente la polemica. Cosa che invece non è accaduto. Per questo Sergio Mattarella starebbe pensando, se la situazione non dovesse definitivamente decantare nei prossimi giorni, di provare a stemperare gli animi inserendo qualche "ammonimento" in uno dei suoi prossimi discorsi ufficiali, seppur senza affrontare direttamente la questione. Anche perché il Quirinale vuole tenersi fuori dalle beghe politiche in attesa che i magistrati si pronunciano definitivamente sulla questione. L'importante per il Colle è che i rapporti con Giorgia Meloni e Palazzo Chigi vengano mantenuti nel solco della più cordiale collaborazione tra poteri.


In ogni caso Sergio Mattarella è molto attento a quello che succede in Parlamento. Da parte sua la Meloni - con la lettera al Corriere - cerca di mettere la parola fine. "Caro direttore, da diversi giorni vengo accusata, da esponenti delle opposizioni e dei media, di reticenza. Ho preso l'impegno di rispondere e lo faccio ora, segnalando che la ragione per la quale non sono intervenuta finora è che ho tentato di non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente". Quindi l'appello "a riportare i toni al livello di un confronto franco ma rispettoso". Ma guai a parlare di dimissioni di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro: "Non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media".