Sull'affaire Cospito, il Guardasigilli Nordio mette l'ultima parola: il 41bis non si tocca. E non poteva essere altrimenti
Una settimana oltre il grottesco: la sinistra cavalca l'anarchico che vuole il riconoscimento dello stato, la destra reagisce fuori dalla tradizione istituzionale, ancora la sinistra tradisce tutti i peggiori tic e nostalgie per gli anni di piombo. Fortuna che arriva Sanremo...
Il rumore per il rumore, l'aria riempita d'aria. Esaminiamo cosa è stato l'affare Cospito, l'anarchico disposto a lasciarsi morire, lui dice, d'inedia se non ottiene la legittimazione del terrorismo da quello stato che sostiene di non riconoscere. Una faccenda surreale, tirata fuori dalla stampa progressista a scopo distorsivo, per destabilizzare il governo Meloni secondo la strategia win win: se cede al ricatto infantile del bamboccione sovversivo perde, se non cede e Cospito muore, perde ugualmente. Il solito cinismo della sinistra a costo dell'idiozia: pur di cavalcare i deliri di Cospito si finisce per agevolare i mafiosi stragisti contro i quali il populismo legalista e complottista di sinistra ha eretto la sua cattedrale di populismo moralista.
La destra di potere di fronte a un attacco tanto sguaiato è colta di sorpresa, esita, infine reagisce in modo ancora più sopra le righe; se ne incarica uno del cerchio magico, questo logorroico Donzelli, cui non par vero poter sfruttare l'equazione potere - televisione. Un autogol che mette in difficoltà l'intero governo: Meloni si defila, non Nordio che non nasconde la sua insofferenza. A questo punto è il turno della sinistra di sbarellare. Fiutando la débacle degli avversari, decide di esasperare la vicenda ricorrendo a toni sempre più carichi, alla provocazione aperta, al vittimismo strategico. È un autogol restituito alla destra, perché non si può decentemente cavalcare l'abolizione del carcere di massima sicurezza a pro di stragisti politici e mafiosi. Escono fuori, bene o male, i rapporti tra queste due categorie del crimine organizzato, intrecci che giustificano pienamente una misura drastica come il 41bis.
Non bastando ancora, va registrato un nuovo, doppio autogol: il governo, inutile nascondersi dietro un dito, preoccupato dai fantasmi dell'internazionalizzazione anarchica, scemenza cui non crede neppure lo stesso Tajani, che la riferisce, decide di trattare il Cospito coi guanti bianchi: lo manda a prendere e lo spedisce all'ospedale del carcere di Opera supplicandolo di curarsi, di degnarsi di accettare il menù carcerario; immediatamente l'area del penitenziario viene presa d'assalto da una banda di simpatizzanti che tentano di prendere a sassate e peggio una troupe del telegiornale. Deve scomodarsi il premier a esprimere solidarietà, ma la gaffe è tutta sua. Fortuna per Meloni, che è una ragazza fortunata, che a sinistra ricascano nei soliti errori, nelle cazzate diremmo automatiche: una delegazione piddina va in pellegrinaggio dal Cospito che è lo stesso che, dalla galera, ha ordinato un attentato alla sorella della candidata alla segreteria del partito. È, al di là della contraddizione politica, una mossa ambigua, che difficilmente si spiega con le squisite ragioni umanitarie. C'è qualcosa che preoccupa il PD, qualcosa da negoziare col silenzio dell'illustre detenuto? Per esempio le partecipazioni degli estremisti dei Carc, contigui alle posizioni di qualche maggiorente piddino in Lombardia, alle manifestazioni contro il governatore Fontana, più volte minacciato di morte nella connivenza di un PD in buona sostanza indifferente? Oppure turbano i contatti carcerari del compagno anarchico, già sostenuto dal partito, con gli stragisti di Capaci ed altri mafiosi di rango? Resta l'indicibile svelato: Cospito in persona che ai parlamentari democratici piddini consiglia di trattare coi mafiosi: ecco il richiamo della foresta, ecco i soliti rapporti torbidi coi terroristi, ecco i vecchi slogan ultracomunisti contro lo stato, la polizia, le carceri, il peggio dell'anarchismo violento cavalcato o almeno non tenuto a distanza dalla sinistra sedicente riformista, globalista ed europeista. L'attitudine comunista a ottenere l'impossibile con le rappresaglie e le intimidazioni si conclama e con essa il velleitarismo della sinistra tattica. A quel punto, la partita è chiusa, discutere oltre di abolizione del carcere duro per i soggetti più pericolosi diventa dialettismo sterile e Nordio ha buon gioco nel liquidare la questione: il 41bis non si tocca, impensabile ottenerne la rimozione per di più col ricatto personale di matrice patetica.
Dalla faccenda, ad alto tasso grottesco, chi esce peggio è ancora una volta la sinistra moralista ma nostalgica, che mentre predica contro la mafia sostiene un terrorista fiancheggiatore di mafiosi o come minimo un pupazzo usato dalla criminalità organizzata. Vengono rianimati tutti i tic, tutte le incoerenze e le carenze analitiche di questa sinistra decrepita, che sembra ripiombare di colpo nell'esaltazione sovversivista di mezzo secolo fa; l'elettore-tipo, sempre più depresso, sempre più stanco, si chiede: ma io dovrei votare ancora questa roba qui? Ma non l'hanno ancora capito che io, qui, fatico a tirare la terza settimana mentre questi fanno ponti d'oro a un balordo bombarolo, a un aspirante stragista? Ma l'inspienza politica è equanime, la destra non ha molto di cui gloriarsi, se la cava solo perché ha di fronte una opposizione imbecille, autolesionista fino alla psicosi.
Potevamo risparmiarci l'ennesima settimana di ordinaria follia? Sì e no. Sì se si considera l'inutilità del tutto, la sterilità del dibattito, il livello deprimente di una politica che, potere o opposizione, non è in grado di gestire alcuna situazione col raziocinio della dignità e dell'esperienza. No se pensiamo che nell'attesa di Sanremo i media avevano un disperato bisogno di riempire i rispettivi spazi con nuova aria fritta. Entrando il festival di Zelensky e dei Ferragnez, è probabile che di Cospito non si sentirà più parlare; verrà graziato in qualche modo, indotto a rifocillarsi e a non insistere, che per il momento non serve più. Nemmeno di 41bis con annesse intercettazioni, sulle quali si son fatti male tutti, si sentirà parlare ancora, almen o per un po', trattandosi di temi che in breve stufano, e che la politica italiana preferisce trattare in camera caritaris, alla democristiana. Tanto nuove occasioni per far casino, a suon di autogol clamorosi, realizzati da una parte e subito restituiti dall'altra, non mancheranno.