Giorgia Meloni contro Mattarella e Draghi: parte la grande sfida delle nomine pubbliche. Esclusiva
Mattarella preoccupato per il possibile ricambio al Mef. Draghi spera nella riconferma di Scannapieco
Sergio Mattarella non ne vuole sapere dello spoil system selvaggio (come viene definito nei palazzi del potere) che Giorgia Meloni vuole attuare in italia, in particolare è preoccupato del possibile ricambio di Alessandro Rivera, il direttore generale del Mef (anche se la presidente del consiglio a quanto siamo in grado di rivelare avrebbe già avuto un sostanziale via libera da parte del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti). Anche dalle parti di Mario Draghi non dormono sonni tranquilli. Super Mario preferirebbe che il suo pupillo Dario Scannapieco venisse confermato alla guida della Cassa depositi e prestiti. Il rapporto tra i due è sempre ottimo e si sentono spessissimo. Le malelingue giurano che l'ex numero 1 BCE abbia già parlato della questione con la presidente Meloni.
Insomma, a quanto siamo in grado di ricostruire, per motivi diversi sia Sergio Mattarella che Mario Draghi non sono affatto d'accordo con i probabili avvicendamenti che metterà in pista nelle prossime settimane il governo Meloni.
Il Quirinale da sempre predica prudenza in fatto di nomine pubbliche. Non ne fa una questione di destra o di sinistra. Il punto preminente per il Colle è che vengano preservati quei dirigenti che hanno lavorato bene in questi ultimi anni soprattutto nel rapporto con l'Europa e nella messa a punto del PNRR. "Cambiare in corsa potrebbe diventare un problema per il paese" spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori del Quirinale nelle ultime ore. Il timore è che una nuova dirigenza abbia bisogno di troppo tempo per calarsi nella parte e quindi ritardi e rallentamenti sui dossier sarebbero inevitabili. Tutte cose che il paese in questa fase non può permettersi.
Ma la presidente del consiglio Giorgia Meloni è decisa a tirare dritto: ha paura che l'alta burocrazia statale possa cominciare a remare contro se la situazione economica nei prossimi mesi dovesse peggiorare, facendo sponda con con quei poteri forti nazionali ed internazionali con i quali la destra al governo sta piano piano entrando in rotta di collisione (BCE, Banca D'Italia ma anche con il Quirinale i rapporti sono tutt'altro che idilliaci). Per questo palazzo Chigi ha cambiato a sorpresa i vertici dell'Aifa (che significa gestire la questione Covid, altro fronte sul quale il governo rischia il corto circuito se la situazione dovesse peggiorare) e vuole a tutti i costi cambiare i vertici del ministero dell'Economia. Si tratta dei gangli vitali del sistema-paese, quei poteri "neutri" senza i quali non governi il paese: Giorgia Meloni sa bene quanto sia importante averli dalla sua parte.