La Russa e Rauti "esaltano" il Movimento Sociale Italiano su Facebook: Pd chiede le loro dimissioni

Il presidente del Senato Ignazio La Russa e la sottosegretaria al ministero della difesa Isabella Rauti pubblicano post in memoria dei rispettivi padri, fondatori dell'MSI. Il Pd chiede le dimissioni: inaccettabili post nostalgici.

Molti esponenti del Pd chiedono le dimissioni di Ignazio La Russa e Isabella Rauti dopo i post su Facebook per onorare la nascita del MSI: "sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali". 

La Russa e Rauti: chieste loro dimissioni dopo post pro-MSI

Ignazio La Russa, presidente del Senato e seconda carica più importante dello Stato, e Isabella Rauti, sottosegretaria al ministero della difesa, celebrano la nascita del Movimento Sociale Italiano il 26 dicembre 1946. I due esponenti di Fratelli d'Italia ricordano i propri padri, uomini decisivi per la fondazione e il mantenimento del MSI, e vengono attaccati dal PD.

La Russa pubblica il manifesto dell'MSI su Facebook e lo accompagna così: "Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse con il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana". La Russa ha militato per molti anni nel MSI e ha gestito la sezione giovanile, Il Fronte della Gioventù.

Isabella Rauti posta delle vecchie foto in cui si legge "Viva il MSI" e scrive: "Oggi voglio ricordare il 26 dicembre di 76 anni fa quando, a Roma, nasceva il Movimento Sociale Italiano (M.S.I.). Onore ai fondatori e ai militanti missini". Aggiunge come hashtag "radici profonde che non gelano mai". Suo padre, Pino Rauti, che da giovane è stato volontario nelle milizie della Repubblica di Salò, è segretario nazionale del Movimento fra il '90 e il '91 e un uomo di spicco del partito. 

Pd vuole dimissioni: "non si può non ricordare le radici democratiche del Paese"

Stefano Vaccari, deputato del PD, invoca le dimissioni dei due esponenti di Fratelli d'Italia su Twitter: "Solo qualche giorno fa hanno giurato sulla Costituzione antifascista ed ora esaltano fondatori, nascita e storia del Msi. Isabella Rauti e Ignazio La Russa sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali. Una deriva culturale inqualificabile. Dimissioni!". 
 
Emanuele Fiano, ex deputato PD, figlio di un sopravvissuto di Auschwitz, denuncia: "Signori, in questi giorni l’esaltazione dell’MSI, partito fondato dai fascisti reduci di Salò, come Almirante e Romualdi, è ormai ai massimi livelli, qui la seconda carica dello Stato. Del quale ovviamente rispetto il ricordo del padre, ma non l’esaltazione dell’MSI. Un partito che sotto la guida di De Marsanich negli anni '50 sosteneva che rispetto al fascismo bisognava 'Non rinnegare, non restaurare'".

Fiano prosegue: "Hai capito? Per l’MSI il fascismo, quello dell’omicidio Matteotti, del Tribunale Speciale, della chiusura dei partiti, dei sindacati, dell’annullamento del Parlamento, dell’istituzione della censura, delle torture, delle violenze, delle leggi razziali, della servile alleanza con bastardi criminali nazisti semplicemente non andava rinnegato. Poi per cara grazia non andava restaurato. E oggi viene esaltato da esponenti del governo e dalla seconda carica dello Stato. Che si prende la rivincita di una vita. E voi? Ex colleghi in Parlamento? Tutti zitti?"

"Giorgia Meloni si chieda se la condanna delle leggi razziali è compatibile con la permanenza nel Governo di un'esaltatrice del Msi, il partito fondato dai reduci della Rsi, regime-fantoccio di Hitler distintosi per la collaborazione coi nazisti in deportazioni e eccidi", scrive in un tweet il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato.

"Con tutto l'umano rispetto per i padri di @isabellarauti e @Ignazio_LaRussa le loro uscite nostalgiche verso il MSI sono gravi. Chi rappresenta le Istituzioni non può non ricordare che le radici democratiche del Paese e la nostra Costituzione sono antifasciste", le parole su Twitter Simona Malpezzi.