Lo scandalo Ue-Qatar chiarisce finalmente cosa sia l'Unione: un sistema affaristico, buono a peggiorare la morfologia dei singoli paesi
Il milione e mezzo di mazzette finora emerse, spartite fra esponenti del progressismo mediterraneo, viaggiava sulle ONG, queste intraprese ormai diventate un must, una griffe, una patente autoattribuita di legittimità e di moralità. Il gioco ormai è scoperto, ma la UE se la caverà: è troppo esteso il suo lobbismo per fallire.
“Oportet ut scandala eveniant”. Per fare piazza pulita no, l'Unione Europea non ha la tempra morale dell'antica Roma, non sa ripensarsi, è solo un gigantesco comitato di affari come minimo discutibili e quanto in emersione dalla cosca dei partiti della sinistra mediterranea è solo grattare lo zucchero dalla torta. L'ha detto la capa del Parlamento, Metsola: “Siamo tutti sotto attacco”, per dire fate qualcosa, bloccate che qui viene giù tutto e nessuno nei palazzi del malaffare di Bruxelles e Strasburgo ha interesse a che la festa finisca. Però almeno che si sappia. Almeno lo sappiamo – lo sapevamo anche prima, ma adesso si può dire – a cosa servono le totemizzate istituzioni europee. Sappiamo anche, finalmente, a cosa servono le ONG santificate, quella del boss piddino e poi dalemiano-bersaniano, Panzeri, si chiama “Fight Impunity”, faceva pure dell'ironia, il percettore. Gli hanno trovato finora 600mila euro in casa,170mila in cassa e una segretaria, che di migranti sapeva niente: “Spiccioli che servivano a costruire eventi”.
Eventi? Sì, quella trama di incontri, tavole rotonde, vertici per alimentare la lobby. Nella ONG che combatteva, a modo suo, l'impunità doveva entrare anche il superburocrate Welle, segretario generale dell'Europarlamento, a fine mandato. Nel board, perché le ONG anticapitaliste hanno i bord come i consigli d'amministrazione delle multinazionali, anche Emma Bonino che appena uscito il primo fango ha preso turbante e si è data: “Non so niente, non conosco nessuno”. Con una faccia incredibile, non fosse che la conosciamo come foraggiata, per diretta ammissione, dal finanziere eversore Soros fin dal 1994. Questa miracolata di Pannella, che a lungo i grillini ed altri invasati volevano presidente della Repubblica, non manca mai un appuntamento col potere e, oltre al board di Panzeri, aveva una ONG sua personale, “No peace withouth justice”, sempre la solita retorica verbosa di stampo radicale: anche di questa non sa niente? Eppure c'era il suo luogotenente lobbista, Figà Talamanca, eppure non si muoveva foglia che il Turbante non volesse.
Da cui la chiarezza: le ONG non salvano nessuno, sono il paravento per le pubbliche relazioni, le tangenti, gli affari loschi. C'è chi fonda le coop e chi le ONG. Una ONG è un must, una griffe, “ma ndo vai se tu la ONG non ce l'hai”, parafrasando la canzone di Alberto Sordi e Monica Vitti. Polvere di stelle: tutto un fuggi fuggi, dai board, come la Federica Mogherini, altra PD, che non mancava mai di sfoggiare veli e tuniche nelle trasferte arabe. Veli e turbanti: che bel modo di tutelare le vittime, le minoranze. Come il compagno champagne Casarini, anche lui con la ONG che serviva “a pagare i debiti e stasera che sono arrivati i soldi, pranzo a dom Perignon”.
Queste ONG servivano, servono, anche a conferirsi una patente di autorità morale: se ho la ONG posso predicare dei diritti umani pigliando mazzette da chi ne fa carta straccia, posso incolpare l'Occidente schiavista e negriero, come faceva la Eva Kaili, cui hanno trovato 1,2 milioni, per ora, stipati dappertutto in casa, come la Pina, la moglie di Fantozzi con gli sfilatini del fornaio Cecco. Diceva la Eva: “Qatar primo al mondo per rispetto dei lavoratori e delle minoranze, l'Occidente deve solo vergognarsi e non può fare la predica a nessuno”. Non l'hanno cacciata, non le hanno chiesto conto di niente, nessuno nella sinistra italiana e mediterranea ha trovato alcunché da obiettare. Ma la sinistra italiana è piena di gente che per sauditi, sceicchi e sultani ha attrazioni fatali, da Renzi a D'Alema, fino, come abbiamo appreso, ai sindacalisti in carriera, loro referenti, come questo Panzeri, e ai galleggianti del potere come “Emma”, il cui partito non per caso si chiama “Più Europa”. E chissà quanti altri.
Finisce qui la UE “sotto assedio”? Neanche per sogno, se la Metsola manda i suoi pizzini vuol dire che teme la reazione a catena: solo di vaccini la boss della Commissione, Ursula Von Der Mazzen, che a domande ha già cominciato a non rispondere, ha negoziato 4,6 miliardi di dosi per un esborso di 71 miliardi di euro, 31 dei quali finiti alla Pfizer di quell'Albert Bourla con cui l'affare era stato condotto in privato, a mezzo di sms cancellati, tra mille ambiguità, e che ad ogni chiamata del Parlamento Europeo finge di non sentire, come qualcuno lo invita a fare. Quante mazzette sono tracimate per mille rivoli, si chiede l'opinione pubblica di tutta Europa? O davvero pensiamo che i quattro rubagalline dei democratici mediterranei siano gli unici a farsi gli affari loro per quanto ottimi affari? L'Unione Europea (e alzi la mano chi sa dire di un solo problema risolto, non complicato, dalla UE ab urbe condita), questa astrazione bancaria e globalista, andrebbe disciolta, per il bene di noi tutti; viceversa ne uscirà ripulita perché, come certe banche truffaldine, è troppo grande per fallire, perché se si scoperchia davvero il vaso di Pandora del malaffare non si salvano neppure primi ministri e presidenti. Faranno un po' di pulizia di facciata, questo è chiaro, e volerà qualche straccio come la Kaili sulla quale il periodico pubblicitario Elle ancora in novembre costruiva una scandalosa agiografia, pestando un merdone lungo 170 cm per 55 chili di peso, di cui nessuno chiederà conto. Per dire che la ramificazione delle corruzioni, politiche, mediatiche, umanitarie, è troppo estesa, troppo protesa per poter essere sradicata. Poi, ad acque calmate, torneranno a dire che “ci vuole più Europa”. Per forza: i soldi non bastano mai, signora mia. Ma se davvero si vuole che “oportet ut scandala eveniant”, almeno si prenda atto di cosa sia questa Unione: uno schema Ponzi, utile a mutare la morfologia continentale, e si accetti una volta per tutte che dietro il circo delle ONG ci sono mari d'olio non d'acqua; per scivolare sopra affari miserabili, in combutta con i mercanti di uomini, sulla pelle degli ultimi fra gli uomini.