Decreto anti rave, approvato al Senato con 92 "sì" e 75 "no": un astenuto, ma 24 contrari sarebbero nella maggioranza
Il decreto anti rave è stato approvato al Senato, ma molti contrari sarebbero tra le fila della maggioranza: ora passerà alla Camera
Il cosiddetto decreto antirave è passato al Senato con 92 sì e 75 no e un astenuto. Licia Ronzulli che aveva innescato l'ennesimo dibattito sulla questione no vax, avendo proposto la legge che ha introdotto l'obbligo vaccinale per i medici e sanitari, aveva detto di non poter votare il decreto per un fatto di coerenza. Il testo punisce con il carcere da 3 a 6 anni che organizzano i rave musicali sui terreni altrui, o che introducano l'uso di sostanze stupefacenti.
Decreto anti rave: 24 dei 75 contrari sono nella maggioranza
Va detto però che le posizioni della deputata di Forza Italia sono completamente diverse rispetto alla posizione della maggioranza che si è sempre ritenuta favorevole alla libertà di scelta e quindi contraria all'obbligo vaccinale.
Resta invece aperta la questione delle multe relative al vaccino anti-covid che sono state quindi rinviate a giugno. Il resto di forza Italia ha votato sì al provvedimento anti rave seguendo le indicazioni del centrodestra.
Come però fa notare qualcuno tra i 92 si mancano molti voti della maggioranza. Secondo alcuni questi voti sarebbero da ricondurre ai parlamentari di Forza Italia. In particolare sarebbero mancati 24 voti su 116 senatori compreso il presidente Ignazio La Russa che però per prassi non vota. Il progetto di legge adesso passerà alla Camera per il voto finale.
Se l'articolo 7 del decreto macedonia anti-rave ha scatenato le ire della Ronzulli che insorge a favore dell'obbligo vaccinale, Roberto scarpinato porta le mani ai capelli per l'eliminazione dei reati contro la pubblica amministrazione dall'elenco dei reati ostativi. Quelli in pratica per cui non sono previsti i benefici penitenziari. In sostanza con un solo articolo del decreto antirave si cancella via la legge spazza-corrotti.
Poi, sempre secondo i 5 stelle, sì penalizzano i collaboratori di giustizia rispetto a chi sceglie l'omertà.
Decreto anti rave: il nodo intercettazioni per le pene superiori ai 5 anni
La clausola dei sei anni che potrebbe far scattare le intercettazioni, secondo la normativa del codice penale ancora in vigore, era stata fortemente criticata da Tajani durante il Consiglio dei Ministri di un mese fa appunto poi è arrivata la proposta di Nordio di eliminare le intercettazioni. Perché dunque riformare il decreto rave eliminando la durata della pena se si può risalire a monte? Ed ecco che la maggioranza propone nuovamente di eliminare la possibilità per i giudici di accedere al meccanismo delle intercettazioni, forti critiche sono arrivate anche per questo. In particolare Marco Travaglio ha ricordato che lo stesso Nordio, magistrato titolare dell'inchiesta sul Mose, si avvalso di moltissime intercettazioni che sono uno strumento necessario per portare avanti le indagini.