Elly Schlein è il vuoto pneumatico e la vogliono segretario del Padel, già PD: come fa la sinistra post comunista a ridursi così?

“E' molto mediatica”, la consacra Franceschini, dimostrando o scarsa comprensione o cinismo. Ma da una totalmente avulsa dalla realtà, che come programma politico ha “io, io, me stessa e io”, e che come curriculum sfoggia il non binarismo e poco altro, cosa aspettarsi se non un vuoto a perdere?

È spaventoso il modo che ha la sinistra di confrontarsi con le emergenze globali. La crisi della democrazia, le sue inclinazioni a involvere in regimi ad ogni crisi di sistema? La deresponsabilizzazione indotta dalla tecnologia e dall'ingegneria genetica? La compressione del diritto all'espressione che i social viceversa avrebbero dovuto espandere? La sostituzione etnico-sociale-religiosa nell'Occidente travolto da masse migratorie? La consunzione della politica, sostituita dalla tecnocrazia? La risposta del sedicente partito riformista è una privilegiata, solita casta familiare che, non sapendo che altro farle fare, l'ha spedita a baloccarsi con la politica, evocando la rivoluzione degli smalti, con due o tre passaporti, che dice: votate me perché sono io e sono bisessuale. Quando ha l'estro retorico, Elly Schlein aggiunge: dobbiamo costruire una realtà inclusiva, improntata alla giustizia sociale e climatica, che guardi al noi e non all'individuo.

E invece è proprio il contrario, la democrazia essendo non un Lego di mattoncini a incastro, tutti uguali e inanimati, come in Cina, ma il caotico, affascinante, autoregolante meccanismo di infinite individualità che scelgono di cooperare per il proprio bene che diventa bene comune. Una formidabile latitanza di pensiero e di cultura, questa Ellie che ha in testa solo le issue dell'agenda europeista: più migranti, non importa a quale prezzo, più genderismo, non importa con quali conseguenze.

dice di sé: io non ho correnti. Ma è sostenuta, con discrezione, da Obama per il quale fece la volontaria elettorale, in Europa dall'immancabile Soros e dalle gerarchie europeiste, in Italia da tre o quattro correntine tra le quali quella di Franceschini che la legittima così: “E' molto mediatica”. Quanto a dire sotto l'apparenza, l'apparenza. Difatti la attempata ragazza recita a copione, come tutti i demagoghi; tende a non far parlare l'interlocutore, terrorizzata di venire trascinata sul terreno di una concretezza che non ha e non può avere essendo privilegiata e abituata a perdere tempo nell'eterna adolescenza, eterna ma famelica: potere, notorietà, giochi di ruolo, come tutti quelli che predicano contro l'individuo ma oltre l'io, io, io autoreferenziale non sanno andare. “Votate me, sono non binaria”. Modo eurobimbominkia per dire bisessuale o quello che è. “Moderno, mamma: moderno”, come Christian de Sica nei panni di Felicino in Vacanze di Natale. Va bene, abbiamo capito, Elly è una ragazza moderna. “Ho amato uomini, donne, adesso sto con una ma domani chissà”. Amici di Elly, questa l'expertise: e poi?

Schlein vorrebbe alla sua destra il Sardina Mattia, detto tutto, a sinistra c'era Aboubakar Soumahoro, ma pare che convenga soprassedere: chi prendere dunque, per completare la vacua trinità? Nel non binarismo delle Ellie e dei Mattia, che dovrebbero raccattare quel che resta della sinistra di potere, sta l'attitudine, molto moderna, a non compromettersi mai davvero: non essere quello che si è, ma quello che si vuol essere all'occorrenza, con licenza di rinnegarsi, di contraddirsi. L'approccio è peggio che vago, è inconsistente: di fronte a una problematica mostruosa quale il bambino postal market, l'utero in leasing, basta liquidare le implicazioni, inquietanti, con il megafono dell'amore, della pace, dell'inclusione. Anche se simili scenari sono talmente gravi da frantumare la stessa sinistra femminista e, in parte, genderista. Di fronte a una situazione esplosiva come l'afflusso indiscriminato di migranti, autentico vaso di Pandora da tempo scoperchiato e impossibile da richiudere nell'intera Europa, ugualmente basta salvarsi nell'angolo delle formule, integrazione, inclusione, siamo tutti umani. Schlein non si nega una overdose di ipocrisia: sostiene di rappresentare “le minoranze sessuali”, ma di come queste minoranze vengano trattate sotto le teocrazie in espansione si disinteressa peggio del papa Bergoglio.

Può la politica permettersi di ignorare a tal punto la realtà, e cupa realtà, allarmante, fuori controllo? Per i giovani turchi del PD, le Elly, i Mattia, può; che ci vuole? Si parla di sé, dell'attitudine non binaria, delle canne, dei campi di freesbee. Schlein, per lanciare se stessa, ha scelto un centro sociale di Roma, molto alla moda, il Monk, a dimostrazione che la politica, come la intendono questi, è operazione di pura mimesis, che prescinde dai contenuti anzi li espelle. Una politica ludica, irresponsabile ma con l'incoscienza dei bambini, che non hanno cognizione del mondo, dei suoi pandemoni, delle sue pandemie, il pianeta da salvare, con Greta, trasformandolo in una immensa piantagione di erba della felicità in cui lanciarsi i dischi di plastica, i freesbee.

Pare incredibile che il PD, ma già non si chiama più così, vogliono battezzarlo “PADEL”, partito del lavoro e della libertà, sia l'erede di quel PCI che complicava ogni cosa ritrovandosi in puntuale ritardo su tutto: Berlinguer, il tanto esaltato Berlinguer, ostacolò in ogni modo l'avvento della televisione a colori, figurarsi, convinto che avrebbe finito per distrarre le masse; allo stesso modo, non si avvide, né lui, né il Partito, né le formazioni terroristiche che lo contestavano da sinistra, che la rivoluzione cubana o cambogiana erano già decrepite, che non aveva senso sparare, abbattere a caso magistrati, poveri cristi delle scorte, giornalisti di medio calibro, essendo le classe operaia già messa in fuorigioco dall'avvento dell'automazione, della robotica. Oggi la sinistra europeista si direbbe abbia, viceversa, abbracciato il potere dei tecnocrati, ma in modo più utilitaristico, episodico che ponderato: comandano i Gates, gli Zuckerberg, sono loro ad orchestrare il gioco delle censure mellifue sui social dove si articola la comunicazione politica? Noi stiamo con loro, l'Unione delle Ursule e delle Christine determina un nuovo assetto culturale e politico fondato sul genderismo e sul migrantismo? Noi stiamo con loro, mandiamo avanti un paio di semiquarantenni di nessuna preparazione, di scarsa intelligenza, ma funzionali alla mimetizzazione perenne con cui restare a galla. Siamo ai vuoti a perdere, all'infantilismo di ritorno di cui parla Francesco Cataluccio in un suo bel libro. Ma se il peterpanismo va al potere, è la fine. Date le non binarie e le sardine, non stupisce che la sinistra sia istericamente avversa al merito, ma di demerito in demerito, di pagliacciata in pagliacciata, di mimesis in mimesis anche lo zoccolo duro degli sciocchi più ostinati, più trinariciuti finisce per assottigliarsi, fino a sparire.