Soumahoro, indagini alle coop di famiglia su presunto sfruttamento di migranti. Lui risponde: “Io non c'entro niente con tutto questo”
La Procura di Latina apre un'inchiesta. 400mila euro di stipendi non pagati ai dipendenti, minorenni lasciati senza luce e gas e in condizioni ingienico-sanitarie precarie,
La Procura e i carabinieri di Latina stanno indagando su due cooperative pontine, Karibu e Consorzio Aid, in seguito a denunce presentate da alcuni migranti impiegati nelle strutture. Le coop sono gestiste dalla suocera e dalla moglie del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro. I lavoratori lamentano mancati pagamenti, del valore totale di 400mila euro e irregolarità contrattuali di minori.
Soumahoro, cooperative indagate per sfruttamento di migranti a suo nome
Soumahoro ha replicato alle accuse con un post sul suo account Facebook: "Falso! Non c'entro niente con tutto questo e non sono né indagato né coinvolto in nessuna indagine dell'arma dei carabinieri, di cui ho sempre avuto e avrò fiducia”.
Continua poi dicendo: “Non consentirò a nessuno di infangare la mia integrità morale. Per questo, dico a chi pensa di fermarmi, attraverso l'arma della diffamazione e del fango mediatico, di mettersi l'anima in pace”. “Ho dato mandato ai miei legali di perseguire penalmente chiunque infanga il mio nome o la mia immagine, mi diffama o getta ombra sulla mia reputazione".
"Non sono indagato, nessuno può infangare mia integrità”
Le denunce sono state presentate da alcuni migranti, in merito a presunte irregolarità contrattuali in due cooperative pontine, gestite dalla suocera e dalla moglie del deputato Aboubakar Soumahoro. Le denuce sarebbero state presentate dal sindacato Uiltucs e sarebbero in corso anche accertamenti, in collaborazione con l'Ispettorato del Lavoro.
Gli inquirenti hanno trovato anche una serie di documenti reperiti all'esterno di una delle coop nel corso di un trasloco. I fogli saranno ora analizzati dagli uomini dell'Arma e dall'Ispettorato del lavoro a cui i lavoratori si sono rivolti.
Aboubakar Soumahoro sostiene che i media stanno tentando di sporcare la sua innocenza, utilizzando il suo nome per infangarlo. Risponde così alle accuse, annuncia battaglia e grida vendetta contro chi "pensa di fermarmi, attraverso l'arma della diffamazione".