Letta, Pd in via di estinzione se non si dimette subito dalla segreteria del partito
Intanto Goffredo Bettini continua a dare consigli al PD. Anche se non ne azzecca più una da anni
Goffredo Bettini continua pervicacemente con i "consigli non richiesti" al PD anche se non ne azzecca più una dai tempi del "modello Roma". Roba di decenni fa. Dopo tutto quello che è accaduto Bettini continua ancora ad "inseguire" Giuseppe Conte, uno che negli ultimi 5 anni ha cambiato più idee che camice, trattandolo (e sopravvalutando) alla stregua di un novello Romano Prodi.
Pd: se Letta non lascia subito la segreteria, non rimarrà traccia del partito nello scenario politico italiano
E si è visto poi come è finita: il "punto di riferimento dei progressisti" ha mollato il PD sul più bello consentendo a Giorgia Meloni di portarsi a casa le elezioni senza nemmeno lo sforzo di dover fare campagna elettorale. Ma Bettini ancora oggi insiste con il ritornello del PD al quale serve "Conte compagno di viaggio e potenziale alleato". Un modo per ridurre i dem ad un ruolo meramente ancillare e subalterno, totalmente passivo. Il miglior modo per essere poi lasciati sull'altare. Non per niente c'è già chi si lamenta del ritorno in pista dello "stratega" Bettini: "Così diventiamo la succursale dei 5 Stelle", "Non possiamo legarci mani e piedi con chi vuole la nostra disfatta" il refrain che circola all'interno del partito.
Il tema, invece, è ridare un'identità forte, attrattiva, autorevole al PD, non correre appreso a Conte (o Calenda). Devono essere gli altri a chiedere di potersi alleare con il PD, non viceversa. Per fare questo però sarebbe necessario che Enrico Letta (ormai in totale confusione dopo le sconfitte subite) lasciasse immediatamente ad altri la segreteria del Partito affidando un interim in attesa del congresso. Il PD non è in grado di reggere altri sei mesi così. "Il rischio è che al Congresso ci ritroviamo con un partito al 10%", spiegano dal Nazareno. Insomma, ancora sei mesi così e del PD non rimarrà traccia nello scenario politico italiano. Per la gioia di Conte e Calenda.
Di Marco Antonellis