Boldrini, l'ennesima polemica utilissima: "Meloni sessista, si fa chiamare 'il presidente' al maschile"

Laura Boldrini, una donna che sarebbe capace di spolverare i mobili durante una apocalisse zombie: stavolta il colmo, critica la Meloni perché si fa chiamare "il presidente". Grazie, Laura, ne avevamo bisogno

Una polemica che ha dell'incredibile: Laura Boldrini accusa Giorgia Meloni, presidente del consiglio in carica, di essersi "dimenticata delle sorelle" facendosi chiamare "il presidente" anziché "la presidente". Un vero e proprio tradimento al sesso femminile, insomma. Al di là dell'accusa delirante, la vera domanda che viene naturale è: quand'è che la sinistra capirà che, concentrandosi su futili pedanterie linguistiche partorite dal politicamente corretto, continuerà semplicemente a perdere voti?

Boldrini: "Meloni dimentica le Sorelle"

Leggiamo dunque assieme la veemente invettiva della "presidenta":

"La prima donna a palazzo Chigi che però si fa chiamare al maschile, il presidente.
Cosa le impedisce di rivendicare anche nella lingua il suo primato? La Treccani ci dice che tutti i ruoli vanno declinati.
O forse affermare il femminile è chiedere troppo alla leader di Fratelli d’Italia che già nel nome dimentica le Sorelle?"

Il post, pubblicato su Facebook, ha dell'incredibile: anziché festeggiare per il traguardo storico costituita dell'elezione della prima presidente del consiglio di sesso femminile (lo scriviamo al femminile, così Laura non ci sbrana), Boldrini si lamenta del fatto che usa il maschile per definire la propria carica, come se non fosse un suo diritto farsi chiamare come meglio preferisce (fra l'altro, Laura, non starai mica peccando di misgendering?).

Ennesimo paradosso da sinistra globalista: anziché concentrarsi sulla sostanza (vittoria politica di una donna), ci si concentra su futili questioni di forma, che non interessano a nessuno (o quasi) e danno l'impressione di una politicante completamente scollegata dalla realtà. Boldrini, del resto, non è nuova a questo genere di polemiche assolutamente senza capo ne coda che hanno contribuito a renderla una sorta di macchietta per gran parte dell'elettorato italiano.

In ogni caso, l'autorità citata da Boldrini, ossia il dizionario Treccani, è tutt'altro che risolutiva, dal momento che la Treccani ha preso questa scelta proprio per un esplicito desiderio di aggiornare la lingua italiana in un senso progressista, dunque in "anticipo" su altri dizionari che non hanno ancora adottato questa decisione.