Governo, Meloni parla e Salvini... La sua smorfia dice molto: "Se non sbagliavo tutto, potevo esserci io"

Giorgia Meloni è l'unica tra i leader di Centrodestra a parlare dopo che la coalizione è uscita dalla consultazione con Sergio Mattarella. Mentre molti sono concentrati su quello che avrebbe fatto Silvio Berlusconi, è stato Matteo Salvini a regalare qualche smorfia "rivelatrice"

Dopo una manciata di minuti, i leader della coalizione di centrodestra - Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi - avevano già finito le consultazioni con Sergio Mattarella. Come da programma, quindi, si sono presentati davanti alle telecamere e ai giornalisti assiepati al Quirinale. A parlare è stata solo la leader di Fratelli d'Italia la quale ha confermato che la coalizione vuole che sia lei la prossima premier. Mentre tutti erano concentrati a vedere cosa avrebbe fatto Silvio Berlusconi, i cui audio e il cui comportamento avevano gettato non poco di scompiglio tra le file di Centrodestra nei giorni antecedenti, una smorfia - forse eloquente, o quantomeno che sa di rimpianto - è arrivata da Matteo Salvini.

Governo, Meloni parla e Salvini... La sua smorfia dice molto

Il leader della Lega, infatti, sembra, nel momento in cui Giorgia Meloni indica se stessa come futura premier, tradirsi. Il suo sorriso - molto simile a quello, plastico, di Silvio Berlusconi - pare solo di circostanza. A un certo punto, il leader dei verde cravattati abbassa la testa, la scuote e le mani hanno un fremito. Certo, gli occhi di Salvini non si riempiono di lacrime, ma effettivamente il leghista sembra quasi sul punto di piangere. Non dalla felicità, ovviamente, ma dal rammarico. "Se in questi ultimi anni non avessi sbagliato tutto, avrei potuto esserci io al tuo posto", sembra pensare il capo del Carroccio.

In ogni caso, questo pensiero, o un pensiero simile, il leghista - in questi giorni - non può non averlo avuto. Alle elezioni del 2018 il suo partito era molto vicino al 20% dei consensi. Prima che facesse cadere il Governo Conte I - suo primo grave errore strategico, dovuto a un'ubriacatura di potere (e forse di vino) al Papeete - i sondaggi lo davano da solo al 36%. Prima che dicesse sì a Draghi, entrando a far parte del "Governo dei migliori", era al 20%. Adesso, o meglio un mese fa, il 26 settembre 2022, giorno dopo la nuova chiamata alle urne, ha raccolto meno del 10% dei consensi. A questi errori - che sono costati a Salvini la tanto sognata poltrona di Presidente del Consiglio della Repubblica italiana -, poi, se ne sommano molti altri. Il capo del Carroccio, infatti, è stato tra i fautori di alcune delle "novità" più impopolari degli ultimi anni. È stato lui a volere Quota 100, riforma pensionistica cestinata dopo un anno, barattandola tra l'altro con il reddito di cittadinanza, voluto dai grillini. È stato lui, o meglio, è stato anche lui a dire di sì a Green pass e a obbligo vaccinale, saltando le prime votazioni ma votando a favore all'ultima. Insomma, un disastro dietro l'altro. E ora, che può avere solo un ruolo marginale nel primo governo di Centrodestra dopo 10 anni, sembra essersene reso conto.