Berlusconi e l'audio su Putin, il cav non ha lasciato nulla al caso e vuole passare alla storia come il mediatore planetario
Berlusconi tra Biden e Putin? Silvio ha studiato ogni mossa...
Le forti polemiche che hanno suscitato le chiacchierate di Berlusconi di questi ultimi giorni, nascono forse da una scarsa conoscenza dell’uomo e del politico. Innanzitutto Berlusconi è tuttora un personaggio lucidissimo che, come ha sempre fatto nella sua vita, ha studiato ogni mossa e non ha lasciato nulla al caso. Non sarebbe mai arrivato, altrimenti, dove è arrivato.
L’egocentrismo e l’ambizione sfrenata, che lo hanno portato ad essere, da quattro volte Presidente del Consiglio, a carcerato, per poi repentinamente risorgere, dimostrano la sua disumana determinazione e la sua capacità di guardare soltanto e sempre in avanti.
Dopo le ultime elezioni, che ha condotto con la grinta di un cinquantenne, il leader ha registrato che la sua partita politica nel centro destra e nel nostro paese si è conclusa.
Per un “capo istituzionale” come lui, essere soltanto il numero tre di una coalizione, dover trattare per difendere Licia Ronzulli e, nella migliore delle ipotesi, fare il “consulente” della Premier e che soprattutto questo dovrebbe essere l’unico futuro che lo aspetta, è certamente inaccettabile ed improponibile.
Basandosi ancora una volta sull’attuale forte disagio ed insofferenza presenti nel nostro paese e non soltanto nel nostro, la cosiddetta “pancia”, la sua vera bussola in tanti anni di politica, Berlusconi ha colto la palla al balzo, per elevare il suo ormai marginale ruolo in Italia e proiettarsi nel mondo.
Il momento scelto è più che propizio. Biden infatti boccheggia, in attesa di una probabile sconfitta elettorale nelle elezioni americane di mid term, Putin sta attraversando un momento di enormi difficoltà militari e gli è rimasta, probabilmente, come unica chance per sopravvivere, l’uso della bomba atomica, con il rischio, più che reale, dell’ammutinamento dei suoi generali.
Ed ecco rispuntare dalle ceneri Silvio, carico di ardore giovanile, pronto a passare alla storia come il mediatore planetario, in grado di poter salvare il mondo dall’abisso.
I modi e le forme per raggiungere tale scopo sono per lui secondarie e tutte da sperimentare, ma rimane centrale l’obbiettivo di imporsi, come colui che ha tentato, in assoluta buona fede, di uomo che crede sinceramente nella pace, di scongiurare una devastante crisi economica e sociale mondiale.
Tutto il resto sono amenità: le sue uscite apparentemente stravaganti, i suoi propositi di boicottare il Governo in via di formazione, od addirittura il suo abbandono del campo Atlantico e della NATO. Nulla di tutto ciò. In un momento in cui i riflettori erano usciti dall’orbita del suo volto, Berlusconi li ha riagguantati, riponendosi al centro dei possibili pochi protagonisti delle sorti del pianeta. Non ci sono più leaders internazionali, degni di questo nome, sostiene l’ex Premier, per parlare seriamente di pace. E’ rimasto soltanto lui ed oggi tutti i media del mondo, in realtà, parlano soltanto di lui.
Ricordo, anni fa, quando Fininvest, con una operazione imprevista e ad effetto, acquistò il gruppo Standa. Berlusconi la descrisse allora, urbi et orbi, come un’operazione epocale che, con la sua guida, avrebbe proiettato il sistema di distribuzione italiano nel mondo. I fatti gli diedero purtroppo torto e lui non si scompose. In poche settimane si sbarazzò di questo colosso, diventato costoso ed improduttivo, per continuare a guardare oltre.
GiovanBattista Vico, il grande filosofo napoletano, parla di corsi e di ricorsi della storia.
Se ciò vale per l’umanità, certamente vale ancora di più per un uomo soltanto: Silvio Berlusconi.
Di Pierfranco Faletti