Governo, la vera regina del centrodestra è Marina Berlusconi

Tiene molto affinchè il padre ricucia i rapporti con Giorgia Meloni, ha buone intese con quest’ultima ed è imprenditorialmente la donna italiana più in gamba al mondo

In queste ore di forte tensione tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, acuita più da giornali e blog che dalla politica, un’altra personalità si affaccia nel mondo parlamentare: Marina Berlusconi; mai una parola fuori posto, donna e imprenditrice ineccepibile e tutta d’un pezzo, molto attaccata al padre e ai fratelli, come alla famiglia che ha saputo costruirsi, agli occhi del mondo attenta industriale. Dal padre alla parte politica più moderata (di destra e di sinistra), la vorrebbero in pole per la leadership di un partito serio, che capisca operati e imprenditori, abbia a cuore l’interesse dell’Italia, guardi all’estero senza dimenticare le nostre radici cristiane, culturali, economiche, culinarie (e tanti altri fattori). Lei ha sempre, giustamente, rifiutato; ormai l’Italia è una grande Roma, ingovernabile, ma forse una Merkel nostrana quale potrebbe diventare Marina Berlusconi risolleverebbe le sorti di questo sciagurato paese.

La figlia più grande di Silvio, negli ultimi due giorni, sta riuscendo dove Gianni Letta ha (stranamente) fallito: far ragionare il padre, spronarlo a trovare un accordo con Giorgia Meloni, scusarsi e provare a durare cinque anni legislativi, per il paese come per le aziende di famiglia, non in quanto tali ma come esempio di migliaia nelle stesse condizioni. In campo anche Piersilvio, l’altro regnante della galassia Fininvest. I due figli di primo letto che redarguiscono il padre, proprio come lui ha fatto quando hanno sbagliato qualche passo in azienda; quella dei Berlusconi è la storia di una grande famiglia, sotto il profilo imprenditoriale, economico, politico, morale, ora anche di mediazione.

Il paese Italia si merita gente come Silvio Berlusconi per esperienza, Giorgia Meloni per valori e caparbietà e, chissà, Marina Berlusconi per capacità di comprendere il paese dalle viscere.