Tensioni alla frontiera francese: migliaia di Radical chic in fuga dal governo Meloni
Migliaia di studenti bolognesi, giornalisti, femministe, intellettuali da salotto e attivisti in fuga dalla dittatura meloniana. Una catastrofe: potremmo doverceli riprendere
Un disastro: sembra che alla fine, tutti colori che annunciavano a gran voce di abbandonare l'Italia se avesse vinto la destra facessero sul serio. La polizia di frontiera francese sta respingendo orde di migranti politici italiani; tuttavia, il colore della loro pelle non è abbastanza scuro per essere accolti come profughi, e di conseguenza, la legione dei radical chic si sta ammassando sulla frontiera, senza speranze. Molti rimpiangono già di avere abbandonato i confortevoli salotti e i festanti centri sociali.
Radical chic in fuga dal governo Meloni: speriamo nel disastro umanitario
Il problema sembra essere che la maggior parte degli esuli non sia in possesso di almeno uno dei requisiti di base indispensabili per l'ingresso:-
- La Legione d'onore;
- Condanna per terrorismo;
- Piattole nei genitali (altre malattie veneree possono comunque fare brodo).
Il chiarimento dell'ambasciata francese, che ha specificato che tessere del PD e accrediti stampa non sono considerati requisiti validi per l'ingresso, ha causato una ondata di panico.
L'esercito di disperati in abiti firmati spinge sul confine. Code interminabili di auto elettriche si sono formate ai valichi di frontiera. Pare che le tensioni si siano acuite in quanto quasi tutti i rifugiati hanno rifiutato di dichiarare il loro sesso alla guardia doganale.
La situazione umanitaria è drammatica. Le riserve di champagne sono ormai quasi terminate e le organizzazioni umanitarie prontamente attivate dal magnate Soros, hanno quasi terminato le scorte di caviale e salmone. L'imminente razionamento delle ricche tartine potrebbe costringere i profughi ad un precipitoso rientro.
Ormai allo stremo: scrittori, cantanti, studenti del Manzoni, intellettuali, giornalisti e persino qualche ex ministro, resistono impavidi agitando bandiere arcobaleno e cantando bella ciao.
Schiere di donni, uomine e *, accampati da giorni lungo la linea di frontiera si rincorrono da molto vicino in girotondi supplici, tenuti a distanza dai truci gendarmi d'oltralpe.
Ma niente! Alla frontiera non passano.
Sembra tuttavia, che si sia trovata una soluzione diplomatica: il mite presidente Zelensky si è dichiarato disposto ad accoglierli, ma all'esclusiva condizione che portino con sé missili anticarro, bombe, mitragliatrici e cannoni Howitzer, tutti attrezzi che servono "a mantenere la durevole pace del popolo ucraino". Un ulteriore requisito sembra essere la partecipazione obbligatoria ai "campeggi Azov", in cui gli aspiranti profughi assisteranno a letture di Kant e altre lezioni su come la svastica sia in realtà un "antico simbolo indoeuropeo". Ma pare che molti abbiano rifiutato dopo aver scoperto che apparentemente l'unica sistemazione rimasta sia nelle trincee del Donbass, territorio noto per la scarsa disponibilità di caviale.
La situazione è drammatica. Ci toccherà tenerceli.
Articolo (ovviamente ) satirico, liberamente ispirato a un testo di Maestro Martino. Purtroppo nessuno di quelli che dicevano "Me ne vado se vince Meloni" se ne è andato per davvero.