Di Maio, dalle Stelle alle stalle: "Impegno Civico" ultimo assoluto. Dovrà tornare allo stadio?

Di Maio era probabilmente cosciente del fatto che non avrebbe sollevato le masse, ma per fare peggio di Paragone bisogna veramente impegnarsi

Cocente sconfitta per le ambizioni politiche dell'ex segretario pentastellato Luigi di Maio, che correndo in solitaria alle elezioni politiche con la lista Impegno Civico, ha totalizzato un misero 0,6%. Poco meno di 170.000 elettori: un vero e proprio disastro per un uomo che un tempo guidava un partito in grado di attirare un voto su tre. Ora, sconfitto persino nel collegio uninominale di Napoli, è di fatto escluso dal parlamento. La sconfitta è resa ancora più umiliante dal fatto che persino Gianluigi Paragone, della lista Italexit, e addirittura di Vita, il "partito antivaccinista" hanno ottenuto più consensi di lui. Forse dovrebbe rivalutare l'opzione di rivalutare allo stadio San Paolo...

Di Maio ultimo assoluto, escluso dal parlamento

Forse l'ex ministro avrebbe fatto meglio a rifarsi una carriera nel PD, come si vociferava all'epoca, essendo lui stato il maggiore architetto della scelta (ampiamente impopolare nella base) di allearsi con il PD, storico "nemico" e bersaglio polemico, dando vita al "governo giallorosso". Le sue recente politiche da "moderato" certamente lo avrebbero reso ben accolto.

Forse Di Maio ha attribuito un eccessivo peso alla propria persona nel formidabile successo delle scorse elezioni, in cui il Movimento aveva superato il 30%, divenendo partito di maggioranza. Ma all'epoca, l'M5S era una formazione politica agguerrita e nuova, non ancora compromessa da cinque anni nel viscidume della politica. Tanto più che Di Maio, RdC a parte, ha rinnegato quasi tutte le proprie premesse grilline.

Dunque, la scelta catastrofica della corsa in solitaria: che lo ha portato a perdere in tutti i collegi, venendo sconfitto nel collegio uninominale della Camera di Napoli Fuorigrotta dall'ex compagno di scudo Sergio Costa. Umiliante anche il fatto che Sara Curial, altra ex-pentastellata espulsa sotto la sua direzione, è riuscito a superarlo con la lista contraria ai vaccini Vita.

Difficile capire cosa farà Luigino ora che non è più parlamentare. Probabilmente troverà un buon modo di fare uso del curriculum raccolto di questi anni: parlare con le persone più potenti della terra, divenire una delle cariche più importanti dello stato sono indubbiamente qualifiche non comuni, specialmente per un uomo che non aveva studiato (le sue qualifiche erano state per lungo tempo oggetto di polemica). Altrimenti, c'è l'opzione di tornare al San Paolo, in cui, come ci tiene a precisare, "svolgeva la mansione di stewart, non di bibitaro".