Copasir: "Nel Report 007 Usa l'Italia non c'è", quindi erano false anche le liste di proscrizione?
Lo stesso Copasir che annunciò "le liste di proscrizione", oggi smentisce la presenza nel report Usa dei partiti italiani che avrebbero preso soldi da Mosca: un autogoal?
Con la smentita da parte del Copasir della presenza dei partiti italiani all'interno di un report americano che avrebbe indicato 20 partiti europei che avrebbero preso venti milioni di euro da Mosca apre un nuovo scenario: lo stesso Copasir all'inizio di giugno 2022, cercò di dare un colpo alle ginocchia al sentiment filorusso, stilando liste di proscrizione in cui erano presenti politici, diplomatici, giornalisti e intellettuali rei di essere asserviti a Putin e alla politica ideologica filo-russa. Delle due l'una: o l'Italia ha legami col Cremlino o non ce l'ha. E se oggi il Copasir ammette che l'Italia non c'entra niente, perché tre mesi fa ha stilato le liste di proscrizione?
Fondi da Mosca e la smentita del Copasir che ieri pubblicava "le liste di proscrizione dei filorussi"
Raccontare l'arzigolgolato ragionamento fatto dal Copasir nell'interpretare dei dati reperiti in rete, diventa molto difficile anche per le penne più esperte. In sintesi l'intelligence italiana avrebbe messo nero su bianco delle "prove schiaccianti" di post sui social in concomitanza con particolari eventi della politica russa da parte di giornalisti, politici e intellettuali. Una tesi debole per sostenere un collegamento con la politica del Cremlino, ma tanto è bastato al Corriere della Sera per pubblicarne. Il tutto sarebbe stato estratto da ricerche Osint, fatte male e i cui dati sarebbero stati interpretati peggio.
Un'indagine, quella del Copasir, entrata nella "fase cruciale", scriveva il Corriere della Sera. Un'indagine ardua evidentemente perché metteva insieme "i canali usati dalla propaganda" capace di coordinare "più social insieme": Telegram, Twitter, Facebook, Tik Tok, Vk, Instagram, Gab, Parler, Bitchute, ExitNews. Ninetemeno. Un'abilità evidentemente eccessiva per il Copasir, tanto che doveva per forza presupporre l'intervento di un gigante come il Cremlino, ideatore della propaganda.
Un simposio di voci dissidenti intercettate sui canali social che avrebbero lo scopo di far partire la controinformazione: come? Agendo simultaneamente: condividendo tweet e mettendo like l'un l'altro.
Non a caso il 3 maggio scorso, quando Draghi criticò le parole di Sergej Lavrov, ministro degli esteri russo, a Rete4, su Twitter si scatenano troppi post critici contro Mario Draghi, in testa quello di Maria Zakharova, la portavoce di Lavrov che accusò l'Italia di "ingannare il proprio pubblico". Troppo per il Copasir.
Un vero e proprio bombing di messaggi, tweet e post su Facebook filo-putiniani aumenta in corrispondenza di questi passaggi di narrazione della guerra. In questi casi l'indice di gradimento di Putin aumentò e il Copasir si allarma. O meglio, aumentò l'indice dei dissidenti verso Draghi.
Soldi russi ai partiti italiani e le liste di proscrizione del Copasir che ora smentisce: i nomi
E forse era questo lo scopo del Copasir? Frenare l'impopolarità di Draghi, o la opolarità di Putin? I due obiettivi correvano paralleli in quel breve momento storico.
A rimetterci la reputazione però furono l'intellettuale Alessandro Orsini, schernito per altro persino in trasmissioni televisive da parte di coloro che alle liste di proscrizione si rivolgevano come se stessero recitando le litanie ecclesiastiche.
Pietro Benassi, diplomatico e rappresentante italiano presso l'Unione Europea ed ex consigliere diplomatico di Conte.
Alberto Fazolo, economista giornalista è stato iscritto nelle liste del Copasir perché reo di aver osato ricordare la matrice neonazista di alcuni gruppi di soldati attivi nell'esercito di Kiev e che sarebbero stati responsabili dell'uccisione di alcuni giornalisti. Imperdonabile secondo il Copasir.
Maurizio Vezzosi invece è un freelance di 32 anni e chiede all'opinione pubblica di approfondire l'informazione che viene preferita perché non è vero che in Ucraina tutti amano Zelensky anzi, c'è chi lo reputa un traditore.
Vito Petrocelli si rifiuta di lasciare la presidenza della commissione esteri gli attivisti filorussi attivano una campagna di mail bombing verso gli indirizzi di posta elettronica del Senato.
Claudio Giordanengo, leghista di ferro aveva scovato una vendita di armi da parte dell'esercito di Kiev sul mercato nero, le stesse armi inviate dall'occidente. Denuncia poi rivelatasi fondata. Colpevole anche lui.
Per Gianluigi Paragone oggi candidato con Italexit fu inserito nelle liste perché disse che "Draghi si muove come un socio di Biden".
Manlio Dinucci, 84 anni colpevole di aver promosso il comitato "No guerra, No Nato", che già soltanto il nome irrita l'esercito italiano. Per il Copasir non c'era alcun dubbio il geografo e intellettuale in età era tornato a scuola da Putin. Se non altro perchè ha scritto un libro, edito da Byoblu edizioni, "La guerra- È in gioco la nostra vita", che Putin cita nel suo discorso della festa nazionale russa di liberazione del 9 maggio 2022.