Covid, la "Distruzione creativa": il documento del Gruppo dei Trenta (G30) per uscire dalla crisi economica

"Nel prossimo futuro non avremo più nulla, eccetto banche sempre più ricche"

SCRITTI PANDEMICI
Tra le accuse che da più parti vengono mosse a Mario Draghi, circola da tempo quella che – come membro del Gruppo dei Trenta (G30) - avrebbe firmato un documento in cui si tracciano le strategie per uscire dalla crisi economica post Covid-19. In tale documento, che nessuno cita testualmente, si auspicherebbe una riforma profonda del sistema economico che avrebbe quale conseguenza il taglio dei finanziamenti alla piccola e media impresa.
Il Gruppo dei Trenta (G30), “è un'organizzazione internazionale di finanzieri e accademici che si occupa di approfondire questioni economiche e finanziarie esaminando le conseguenze delle decisioni prese nei settori pubblico e privato.
I principali temi di interesse e discussione del gruppo sono:
Cambi e valute
Mercati capitali internazionali
Enti finanziari internazionali
Banche centrali e la supervisione dei servizi finanziarie e dei mercati
Questioni macroeconomiche quali i mercati dei prodotti e del lavoro
L'organizzazione fu fondata nel 1978 da Geoffrey Bell su iniziativa della Fondazione Rockefeller, guidata dall'imprenditore statunitense John Davison Rockefeller. Ha sede a Washington”. (fonte Wikipedia).
Il documento (74 pagine) firmato (anche) da Mario Draghi s’intitola Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid-19 ed è stato pubblicato a Washington il 14 dicembre 2020.
Questo è uno stralcio del comunicato stampa a firma della Segreteria del G30:
“La pandemia e le crescenti sfide di solvibilità delle imprese richiedono una nuova combinazione di risposte e strumenti politici. Il rapporto esorta i governi ad abbandonare l'ampio sostegno per adottare misure più mirate... La chiave di questo processo sarà l'identificazione e il sostegno delle imprese che saranno vitali nell'economia post-pandemia, mentre si riorganizzeranno le risorse di quelle che non lo saranno.
Mario Draghi, copresidente del gruppo di lavoro del G30 sulla rivitalizzazione del settore societario ed ex presidente della Banca Centrale Europea, ha avvertito: "I responsabili politici devono agire con urgenza, poiché l'emergente crisi di solvibilità sta già erodendo la forza di fondo del settore imprenditoriale in molti Paesi. Il problema è più grave di quanto non appaia in superficie, poiché il massiccio sostegno di liquidità e la pura e semplice confusione causata dalla natura senza precedenti di questa crisi, stanno mascherando la piena portata del problema. Abbiamo un gran numero di insolvenze, soprattutto di piccole e medie imprese, in molti settori e giurisdizioni, man mano che i programmi di sostegno si esauriscono e il patrimonio netto esistente viene divorato dalle perdite". Draghi ha sottolineato che: "Dobbiamo concentrarci sul mantenimento della capacità del sistema finanziario di sostenere i prestiti e di compensare le conseguenze indesiderate per il sistema finanziario e la stabilità delle banche".
Raghuram Rajan, copresidente del Gruppo di lavoro del G30 sulla rivitalizzazione del settore societario, professore di finanza alla Chicago Booth School ed ex governatore della Reserve Bank of India, ha dichiarato: "I responsabili politici dovrebbero agire con urgenza attraverso strumenti di sostegno accuratamente mirati che si adattino alle nuove realtà delle imprese, invece di affidarsi allo status quo. La durata della pandemia ci costringe a concentrarci su questioni strutturali e di solvibilità... L'intervento del governo è il più adatto a risolvere i fallimenti del mercato e a gestire il ritmo della necessaria distruzione creativa".
Per ricevere una copia del rapporto Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Interventi di politica pubblica, contattare l'addetto stampa di G30 Melissa Golding, +1 571-236-2820, pressoffice@group30.org.
Il 14 dicembre 2020, alle ore 9:00 EST, il G30 ha ospitato un webinar in diretta per il lancio del rapporto con Mario Draghi, Raghuram Rajan, Douglas Elliott e Victoria Ivashina. Il link alla registrazione del webinar è disponibile sul sito web del G30, www.group30.org”.
Leggendo il rapporto, si trova conferma che il G30 abbia espresso il concetto di “distruzione creativa”, più volte al centro delle accuse mosse a Mario Draghi. Tre sono – a mio avviso – gli aspetti più preoccupanti: 1) la scelta di privilegiare la grande industria a scapito della piccola e media impresa; 2) la scelta di utilizzare la pandemia per dare un’accelerazione all'ecologizzazione dell'economia, definita obbiettivo sociale e 3) la raccomandazione di fare ricorso alle competenze del settore privato per valutare la redditività delle imprese.
In sintesi, se il fulcro del sistema economico sono le istituzioni finanziarie e la grande industria, occorre prima di tutto garantire la stabilità del sistema finanziario quindi orientare le risorse disponibili verso le imprese che saranno vitali nell'economia post-pandemia, mentre si riorganizzeranno le risorse di quelle che non lo saranno.
Al contempo, la distruzione creativa potrà essere utilizzata per eliminare dal mercato gli operatori refrattari ad adeguarsi all'ecologizzazione dell'economia.
Infine, la valutazione della redditività delle imprese demandata al settore privato farà venir meno tutte le valutazioni di ordine sociale (in primis la tutela del lavoro).
Più chiaro di così… La distruzione creativa è in atto. La coperta delle risorse è corta e non ce ne saranno per le imprese che non siano vitali. Partite IVA, commercianti, piccole e medie imprese, addio. La distruzione creativa ha già avuto inizio e oggi – a maggior ragione dopo la crisi energetica – proseguirà a maggior velocità.
Poi lo Stato ci garantirà un reddito di cittadinanza: poveri noi, ridotti a mendicanti!
Esiste un’alternativa a questa sudditanza della politica alle logiche mercatistiche? Fino a quando il Governatore della Banca d’Italia (che è un’istituzione privata controllata dalle principali banche https://www.monitorimmobiliare.it/download/20211129174346-bankitalia-azionariato-al-24-novembre-2021.pdf) o quello della BCE detteranno la linea del Governo, cosa ci possiamo attendere? Che mettano valutazioni di ordine sociale davanti ai loro interessi di banchieri che gestiscono i soldi dei loro azionisti? Ma c'è un'altra domanda che dobbiamo porci: perché il Gruppo dei Trenta (fondato da un Rockefeller) privilegia le banche e la grande industria a scapito della piccola e media impresa? La risposta è elementare: perché i soldi di Rockefeller e dei grandi fondi (BlackRock, Vanguard, State Street, Wellington eccetera) sono investiti proprio nelle banche e nella grande industria! E sono quei fondi che dettano l'agenda del Deep State, che portano avanti il Grande Reset, gli stessi che hanno investito in Italia anche grazie alle privatizzazioni caldeggiate dall'uomo del Britannia e che oggi attendono il default per banchettare sul cadavere del nostro Paese come avvoltoi.
Parafrasando la celebre frase di Klaus Schwab, nel prossimo futuro non avremo più nulla, eccetto banche sempre più ricche.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia