Elezioni 2022, chi è Francesco Rocca il papabile Ministro della Sanità per Giorgia Meloni

L'esclusiva de Il Giornale d'Italia fa emergere un nome: Francesco Rocca, già Presidente della Croce Rossa, papabile Ministro della Sanità "corteggiato politicamente" da Giorgia Meloni

Il Giornale d'Italia ha pubblicato in esclusiva la volontà di Giorgia Meloni di eleggere come Ministro della Sanità il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. Ma chi è davvero Francesco Rocca, il papabile Ministro della Sanità per Giorgia Meloni?

Elezioni 2022, chi è Francesco Rocca, il papabile Ministro della Salute

Mi ritengo un uomo fortunato perché ho un osservatorio privilegiato su quello che accade nel mondo ma soprattutto perché, con il mio impegno quotidiano, posso intervenire in favore di chi ha bisogno e dare voce alle tante, troppe vulnerabilità esistenti. Sono orgoglioso di rappresentare a livello nazionale e internazionale la più grande organizzazione umanitaria mondiale, la cui storia traccia la nascita del volontariato moderno”. E' quanto si legge sul sito della CRI ma Francesco Rocca, potrebbe sentirsi ancora più fortunato dopo il 25 settembre 2022, vale a dire quando potrebbe essergli offerto il Ministero della Salute.

Una scalata quella di Francesco Rocca, nato il 1 settembre 1965 a Roma, dove ha studiato, conseguendo una laurea in legge e poi l'abilitazione da avvocato, professione che ha esercitato dal 1990 al 2003.

Ma cosa ci farebbe un avvocato alla guida del Ministero della Sanità? E' presto detto, Rocca infatti non è un avvocato qualsiasi e la sua storia dimostra una crescita personale all'interno del tessuto sociale, del volontariato, dell'amministrazione sanitaria.

Chi è Francesco Rocca? La sua carriera e il volontariato

Dalla fine degli anni '80 lavorò come volontario a favore dei più vulnerabili a Roma con il Jesuit Refugee Service, dal 1988 al 1993 fu prima volontario e poi responsabile del Dormitorio di San Saba.

Dall'88 al '90, è stato volontario anche della Caritas nel centro accoglienza minori e, dall'88 al '91, presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo per l’assistenza ai disabili gravi. La laurea in legge la consegue nel 1990 e tre anni dopo diventa avvocato. Da quell’anno fino al 1995 svolge l’attività di operatore e poi sindaco delle cooperative legate alla Caritas, in particolare quella denominata "Partire dagli ultimi" e continua a fare volontariato presso il centro assistenza legale per migranti e richiedenti asilo della Caritas, dal 1991 al 1995.



Successivamente ricopre diversi incarichi: Presidente dell’Ipab “Asilo della Patria” dal 1996 al 2003; Commissario dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma dal 2002 e poi Direttore Generale dello stesso nosocomio fino al 2007. Componente del consiglio d’indirizzo dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma dal 2007 al 2010 e del nucleo valutazione dell’Istituto Nazionale Tumori – IRCSS Fondazione Pascale di Napoli dal 2005 al 2009. Infine, Commissario straordinario della Asl Napoli 2 nel 2011 e Direttore Generale dell’IDI nel 2017.

Chi è Francesco Rocca? Dalla condanna di spaccio a 19 anni alla lotta contro la mafia

In particolare, nella seconda metà degli anni '90, è in prima linea nella lotta contro la mafia e, proprio per questo, è costretto a vivere cinque anni sotto scorta. La scorta gli viene assegnata quando è solo un avvocato per sei anni perché difende alcuni collaboratori di giustizia: "E questo dava fastidio alla criminalità organizzata...". 

In un articolo del 17 novembre 2007 pubblicato sul Corriere della Sera, il neo-eletto Presidente della Croce Rossa mondiale Francesco Rocca ammise di aver imparato dai suoi errori essendo stato in precedenza arresato per spaccio e poi condannato a soli 19 anni: giovane, troppo giovane e presto avrebbe imparato: "Non potevo nascondere quello che è successo — spiega — ma quello sbaglio in gioventù, che mi fa soffrire anche oggi, mi ha dato una grande spinta, mi ha fatto capire che non potevo pensare solo a me stesso, che c’erano anche gli altri. Io ci credo profondamente. E sono maturato, in fretta".

Per Rocca però i suoi errori sono stati un modo per imparare e crescere: "Bisogna imparare dagli errori e migliorarsi ogni giorno che passa. Questa la mia filosofia di vita. Ho creduto giusto ricordare il mio errore anche davanti a chi mi doveva giudicare idoneo o no a guidare il Comitato internazionale della Cri".

Onestà e trasparenza, a volte, non sono solo belle parole: "L’umanità è fragile, ogni individuo è fragile e può sbagliare, ma si deve rispondere alle fragilità, generali e individuali".