Elezioni, Nordio si candida con Meloni. L'ex pm: "Su giustizia rimedi urgenti in senso garantista e liberale"

L'ex magistrato conferma la sua scesa in campo. E a chi gli contesta le frasi sulla carriera separata di politici e magistrati ribatte: "Sono in congedo da sei anni. La magistratura è un ricordo lontano"

Carlo Nordio torna sulla scena, stavolta in politica dopo una vita da magistrato. E lo farà con Fdi di Meloni. Sono confermati infatti i numerosi rumours delle ultime settimane. "Dopo aver scritto, per oltre 25 anni, sulle criticità della nostra giustizia e sulla necessità di rimedi urgenti in senso garantista e liberale, la rinuncia a intervenire attivamente quando te ne viene offerta la possibilità sarebbe una mancanza di coraggio, o quantomeno un atteggiamento di incoerenza e di pigrizia", come conferma in una "lettera aperta" su Il Gazzettino.

Elezioni, Nordio si candida con Meloni: "Entro in politica dopo sei anni dal mio congedo da pm"

  
"Ho sempre sostenuto che un magistrato non dovrebbe entrare in politica durante il servizio, e nemmeno dopo, per evitare il sospetto che le sue inchieste fossero indirizzate a procacciarsi un consenso elettorale mi è stato obiettato che se il motivo è valido nell'immediatezza del congedo, quando sono ancora attuali le conseguenze delle indagini e le eventuali conseguenti polemiche, ciò non è più vero quando il tempo, padre di oblio oltre che di verità, ne ha sfumato o dissolto i contorni. E poiché son passati quasi sei anni dal mio congedo, e la magistratura mi sembra quasi un ricordo lontano, questi scrupoli non sono più giustificati".

"Mando a tutti un grande abbraccio, sperando di non deludervi, se sarò eletto, nella nuova carica. Un cordiale saluto lo invio anche ai miei competitori, in un confronto che sono certo sarà educato e leale. E dopo aver cercato in tutti i modi di evitare le frasi consuete e banali, devo ammettere che mi mancherete davvero. Un caro saluto". Un nome quello di Nordio che potrebbe essere utilizzato come possibile nuovo ministro della Giustizia

Allo stesso tempo però, vi è l'addio al giornale in cui ha rilasciato la lettera: 2Le mie perplessità, prima di accettare, erano enormi, e sarebbe noioso elencarle. Ma la più dolorosa era quella di dover abbandonare i miei lettori del Gazzettino, dove fui chiamato dall’amico Giorgio Lago nel 1992", chiosa.