I timori del centrodestra sulla Carfagna: “Può diventare l’anti-Meloni”. Il terzo polo al 13% con una leader donna

In una delle numerose esortazioni che lasciò alla storia, riferendosi in modo affilato e tranchant come era solito fare, Pietro Nenni distinse la politica in due grandi categorie: chi la fa e chi se ne approfitta. E le donne ormai sanno fare politica molto bene. Tra i corridoi del centrodestra si vocifera che un alto dirigente di Fratelli d’Italia abbia in queste ore rievocato lo spessore dello storico leader socialista e che lo abbia fatto davanti a un caffè alla presenza anche di Giorgia Meloni, attenta ad ascoltare e recepire un messaggio che ha il sapore della sfida. Nella storia della Repubblica non era mai accaduto prima che due donne si fronteggiassero davanti agli elettori, d’altronde la stessa ministra per il Sud continua a smentire ogni indiscrezione di sorta. E lo dice, di continuo, parlando con i suoi fedelissimi, anche con toni dritti e privi di ogni fraintendimento: “Ho scelto Azione, Azione ha un capo che si chiama Carlo Calenda, basta con queste fantasie. Lavoriamo tutti da squadra e se io posso dare un contributo, sono felice, perché credo in questo progetto”. Ma da Forza Italia non nascondono timori e perplessità su una sua eventuale discesa in campo da front runner. Anche nel Carroccio, più di uno, inclusi gli acuti Giorgetti e Bongiorno, avrebbero cominciato ad allertare le prime file del partito davanti ai consensi trasversali che “Mara” ha sempre raccolto anche a sinistra.


Il terzo polo in fondo va delineandosi, i sondaggi quotano il tandem Renzi-Calenda al 10% e altre rivelazioni attribuiscono persino 2-3 punti in più laddove si optasse per una leadership femminile con l’obiettivo di contrastare Giorgia Meloni. È il motivo per cui a ridosso dell’addio della Carfagna ai suoi vent’anni di Forza Italia, in molti avevano cominciato a corteggiarla. Da Luigi Di Maio a Bruno Tabacci, poi le continue telefonate di Silvio Berlusconi che, non è un mistero, l’aveva pregata di restare, fino alle proposte di centinaia di imprenditori di realizzare un suo partito per il Sud, che lei ha sempre declinato con l’obiettivo di realizzare un progetto diverso e collegiale. Un progetto che ora potrebbe prendere piede e nel quale lo stesso Matteo Renzi e Carlo Calenda vedono qualcosa. E dove sta nascendo colei che in molti, soprattutto a destra, con una certa preoccupazione hanno cominciato a ribattezzare l’anti-Meloni.